A distanza di quattro mesi dal primo, imponente, movimento franoso che ha interessato uno dei più suggestivi belvedere della costa tirrenica cosentina, a San Lucido si torna a trepidare, finanche a tremare, com’è successo pochi giorni fa, quando le forti piogge dell’ultimo periodo hanno scardinato ulteriori rocce facendole precipitare a picco sul mare dalla loro sede a picco sul mare.

Come già aveva anticipato il sindaco Cosimo De Tommaso in occasione della prima caduta massi, che solo per un caso fortuito non hanno concluso la loro traiettoria sulla ferrovia e sulle case sottostanti, la situazione è più grave di quanto si possa appurare ad occhio nudo, perché oltre al costone pericolante, l’intera sommità dell’altura su cui è sviluppato il centro storico del paese, è interessata da uno scivolamento che ha fatto spanciare il muro di sostegno, finito fuori piombo come il parapetto sovrastante.

Dal 9 dicembre 2022, San Lucido sta quindi lottando contro il tempo per allestire una macchina organizzativa in grado di mitigare il rischio nella zona, anche se allo stato attuale è prematuro parlare di totale messa in sicurezza, tant’è che i residenti della parte a valle della frana, ancora non hanno potuto far rientro nelle loro abitazioni, mentre a monte, i provvedimenti assunti sono stati più che altro volti a dissuadere dal frequentare la zona.

Secondo quanto è stato acclarato da Protezione Civile, RFI, Comando dei Carabinieri, Ufficio Tecnico e Polizia Municipale, la zona è interessata da «un più ampio movimento franoso della rupe soprastante, con evidente pericolo per gli immobili e per le persone ivi residenti e dimoranti», che – detto in altri termini –  potrebbe voler significare che l’intera porzione di centro storico affacciato a picco sul mare, rischia di essere coinvolta nella discesa del costone. Evidenti sono ormai i segni sul muro di sostegno, spanciato in più parti e fuori piombo lungo tutto il parapetto, constatazioni certificate dai tecnici che parlano anche di rischi «per la sicurezza del traffico ferroviario».