Ad Altamura il Cosenza ha dovuto fare i conti, ancora una volta, con decisioni arbitrali che hanno inciso pesantemente sul risultato. Due episodi netti, due errori su Florenzi che gridano vendetta e che hanno finito per condizionare l’esito di una gara che i rossoblù avrebbero potuto e dovuto portare a casa.

Dapprima il rigore prima assegnato per il fatto sul centrocampista sardo e poi negato per un presunto fuorigioco, non cancellato nemmeno dall’FVS. Poi il gol, ancora di Florenzi, nel quale viene chiamato un fuorigioco: decisione anche in questo caso visivamente errata che nemmeno la seconda card usata da Buscè, ha fatto cambiare idea dopo la revisione televisiva all’arbitro Pizzi ed al suo assiste numero uno, D’Ascanio, che non ha vissuto ieri la sua miglior giornata in carriera.

La società si faccia sentire

Due decisioni che fanno male, soprattutto perché non si tratta di episodi isolati, ma di una lunga serie di sviste che stanno penalizzando pesantemente la squadra di Buscè. La società, a questo punto, non può restare in silenzio. È necessario che un dirigente come il Direttore Generale Salvatore Gualtieri, faccia sentire la propria voce in tutte le sedi opportune, perché non è più accettabile vedere sfumare punti fondamentali per errori così evidenti.

Ma la partita si doveva comunque vincere

Detto questo, resta anche l'amaro in bocca per un pareggio che si poteva evitare. Il Cosenza era riuscito a portarsi avanti con carattere a un quarto d'ora dal termine, ma non ha avuto la freddezza di chiudere definitivamente i conti. Partite come quella di Altamura, così come quelle di Potenza col Sorrento o di Caserta stessa, vanno vinte, senza lasciare spazio a recriminazioni ed a decisioni arbitrali che, come ormai accade troppo spesso, finiscono per indirizzare il risultato. Ora servono compattezza, lucidità e la giusta rabbia per trasformare la frustrazione in energia positiva. Ma serve anche che qualcuno, nelle stanze dei bottoni, faccia finalmente sentire forte la voce del Cosenza.