Quando la partita si mette sui binari giusti, il Cosenza di Antonio Buscè diventa una macchina da gol. Anche ieri, al “San Vito-Marulla”, i rossoblù hanno travolto il Casarano con un netto 4-1 che conferma lo stato di grazia del reparto offensivo e il primato nel numero di reti realizzate in questo campionato, ben 26 in 13 partite, media perfetta di 2 a gara. Una squadra che diverte, convince e soprattutto segna tanto, trovando spesso soluzioni diverse e interpreti sempre più determinanti.

La vittoria, arrivata con personalità e qualità, ha esaltato ancora una volta i principi di gioco del tecnico: intensità, occupazione degli spazi, verticalità e pressione alta. Quando il Cosenza riesce a imporre il proprio ritmo e ad alzare i giri del motore, non ce n’è per nessuno. La sensazione è che, una volta aperta la gara, il gruppo abbia acquisito quella fiducia necessaria per dilagare e gestire con autorità.

Salto di qualità

Eppure, per il definitivo salto di qualità, servirà qualcosa in più. Buscè lo sa bene: per diventare grandi davvero bisogna imparare a vincere anche le cosiddette “partite sporche”, quelle dove il gioco non decolla, dove gli spazi si chiudono e serve più concretezza che spettacolo. Missione finora fallita contro Casertana, Sorrento e Team Altamura. Gare che si portano a casa con compattezza, ordine e cinismo, più che con trame eleganti.

È questo il prossimo step di crescita per un gruppo che, numeri alla mano, continua a dimostrare un potenziale altissimo. La capacità di adattarsi ai diversi momenti del match e di reagire anche nei frangenti più complicati sarà la chiave per confermarsi nelle zone alte della classifica e per dare continuità a un percorso che, fin qui, ha già regalato tanti sorrisi e tanto entusiasmo.

Perché il Cosenza di Buscè, quando si accende, è davvero uno spettacolo. Ma per essere una squadra vincente a tutto tondo e puntare decisi al ritorno in Serie B, servirà imparare a esserlo anche quando la luce non brilla.