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Come avviene già in Spagna anche in Italia i club di massima serie vorrebbero una seconda squadra da poter iscrivere al campionato di serie B o di prima divisione.

Milan-Nocerina, Juve-Gubbio, Inter-Juve Stabia. Potrebbe essere questo il calendario di Serie B se davvero venisse accolta la proposta di Fiorentina e Milan, con l’appoggio della Juve, di creare delle seconde squadre da far giocare nella serie cadetta o in Lega Pro, sul modello di quanto accade in Spagna. Favorevole il coordinatore delle giovanili azzurre, Arrigo Sacchi, mentre Abodi, presidente della Lega di B, frena ma non chiude la porta. Una seconda squadra da poter iscrivere al campionato di serie B o di prima divisione. Come succede già in Spagna, per intenderci. Questa è la richiesta partita dai club di serie A e condivisa dal coordinatore delle giovanili azzurre Arrigo Sacchi, nel corso della tradizionale riunione sulle problematiche dei vivai, che si è tenuta nei giorni scorsi a Coverciano e alla quale hanno partecipato 38 dirigenti responsabili dei vivai sui 42 di A e B e che ha riportato qualche giorno fa il Corriere dello Sport. Qualcosa che somiglia molto alla Under 21 da iscrivere al campionato di B di cui, pensando proprio alle società di serie A, parlarono alle porte dell’estate il presidente del Club Italia, Demetrio Albertini (che aveva già sollevato la questione nel primo consiglio federale dopo il Mondiale 2010) e il ct della Nazionale, Cesare Prandelli.
VALORIZZAZIONE DEI VIVAI. Questo lo spirito che ha animato la proposta. Il discorso in termini assoluti è stato più ampio ed è partito da lontano: la necessità che un club, come una famiglia, parta dalla costruzione di una casa – il centro sportivo – per far giocare tutte le squadre del vivaio. E reinvesta nel settore giovanile gli introiti che da lì arrivano, per esempio con la cessione di un calciatore. In attesa di raggiungere questi traguardi, è nato l’auspicio di una seconda squadra che garantisca cosa? Il ragionamento dei club di A è stato più o meno questo: nel momento in cui dobbiamo cedere un giovane ad un club di B o di prima divisione che lo prende a patto che paghiamo gli stipendi e che garantiamo un premio di valorizzazione, senza avere garantito che giochi e che il livello di formazione sia quello che potremmo garantirgli noi, allora fateci fare una seconda squadra che gestiamo direttamente. Una seconda squadra che ovviamente non potrebbe salire in A.
INPUT. La proposta è partita dal ds della Fiorentina (a capo anche del vivaio viola) Pantaleo Corvino, che alla fine ha concordato con Filippo Galli del Milan, la stesura di un protocollo da portare in Federazione per una proposta articolata. La Juventus ha condiviso lo spirito di fondo dell’iniziativa, che nasceva anche dal rinnovato intendimento (da parte del coordinatore delle nazionali giovanili) di abbassare l’età del campionato Primavera aumentando la forbice tra questa categoria e la prima squadra, e rendendo quindi auspicabile la creazione di una squadra che permetta ai giovani più bravi di misurarsi in un campionato vero. Sacchi è parso favorevole, qualche perplessità sembra trapelare dalla Lega di serie B, anche se il presidente Abodi ha ribadito “di voler assecondare la sforzo di Figc e Club Italia riguardo ai giovani e ai loro formatori”.
DE LAURENTIS. Anche il presidente del Napoli De Laurentiis affronta la questione da un punto di vista leggermente differente, ma confinante. E lo fa svelando che aveva chiesto di poter comprare un club di C per gestire meglio i 30-40 giocatori in rosa e far crescere i giovani. “Come fa il Barcellona che ha una squadra in seconda divisione – ha affermato il patron campano sul Corriere dello Sport -. Mi hanno risposto che potevo comprare un club in D”. La soluzione, come in Spagna, potrebbe essere proprio la squadra B.