E se il terremoto politico-giudiziario anziché partire da Roma o Milano, iniziasse da Potenza? Sembrano infatti esserci tutti gli elementi per sradicare il “sistema delle correnti” e i rapporti con la politica all’indomani delle dichiarazioni dell’avvocato Piero Amara, arrestato ad inizio giugno dalla procura di Potenza, diretta dal procuratore capo, Francesco Curcio, perché accusato di corruzione in atti giudiziari. Amara, secondo quanto si apprende, ha riempito centinaia di pagine di verbali resi sia davanti al gip Antonello Amodeo sia davanti al procuratore Curcio, ricostruendo le trame oscure tra magistratura e politica, che riguardano le nomine di importanti magistrati italiani. (LA NOMINA DI CAPRISTO)

Toghe interessate al potere che avrebbero fatto carte false per ottenere quei posti, anche di allacciare rapporti “ambigui” con la politica. Fatti già raccontati nei mesi scorsi dall’ex pm Luca Palamara, oggi radiato dalla magistratura, uno delle menti del “sistema delle correnti”, al cui vertice – secondo Amara – ci sarebbe stato Cosimo Ferri, ex leader di Magistratura Indipendente, e attualmente sotto processo a Perugia e davanti alla sezione disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura. Le parole di Amara, ovviamente, devono essere prese con le pinze, ma qualora risultasse vere potrebbero scatenare un putiferio nella magistratura. Oggi Amara è uscito dal carcere e dovrà rispettare la misura cautelare dell’obbligo di dimora. Ma una cosa è certa: il vaso sta traboccando…