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Nessun profilo di rilevanza penale, tantomeno di illegittimità procedurale nell’esercizio delle funzioni di presidente della commissione giudicatrice. A distanza di un anno dallo svolgimento del concorso indetto dall’Azienda Ospedaliera di Cosenza per la copertura di due posti di dirigente medico specialista in Ostetricia e Ginecologia, la Procura della Repubblica di Cosenza ed il TAR Calabria hanno sugellato la correttezza dell’operato del professor Michele Morelli, difeso dall’avvocato Antonio Vanadia, accusato di avere abusato del suo ufficio presidenziale al fine di danneggiare una partecipante, dottoressa Tiziana Russo, esclusa dopo il mancato superamento della prova scritta tenutasi il 14 Giugno 2022.
Nello specifico, l’accusa mossa al Morelli allignava in una presunta grave inimicizia intercorrente tra questi e il marito della Russo, professor Stefano Palomba, testimone in un procedimento penale a carico del professor Fulvio Zullo, mentore e amico del presidente di commissione. Una “vendetta trasversale”, quindi, a detta della candidata esclusa, che necessitava a monte di un’astensione per conflitto di interessi da parte del Morelli e giustificava una denuncia per abuso d’ufficio prima, ed un ricorso al TAR poi, al fine di ottenere l’annullamento degli atti della procedura concorsuale “viziata”.
Di tutt’altro avviso la magistratura penale e amministrativa. Se da un lato, infatti, il pubblico ministero Giuseppe Cozzolino ha chiesto la settimana scorsa il proscioglimento del professor Morelli per manifesta infondatezza della notizia di reato, dall’altro la Seconda Sezione del TAR Calabria, con sentenza del primo giugno scorso, ha rigettato il ricorso della Russo, bollandone gli strali accusatori quali “illazioni prive di dignità giuridica” e condannandola al pagamento delle spese legali nei confronti dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza, rappresentata dall’avvocato Iolanda Giordanelli.