Da sei mesi reclusi in casa, bloccati ai piani alti di un condominio, separati dai normali gesti del vivere quotidiano, come fare una passeggiata, recarsi da un’amica, fare la spesa, dai gradini delle rampe di scale di un palazzo della zona di Contrada Bosco De Nicola a Cosenza, divenute ostacolo insormontabile da quando, nell’ambito di una ristrutturazione del palazzo, si è proceduto a sostituire il vecchio ascensore con un modello più funzionale per qualità delle prestazioni e, soprattutto, per efficienza energetica. 

La beffa è che l’ascensore, quello nuovo, è stato regolarmente collocato al proprio posto, pronto ad entrare in funzione. Manca però il collaudo, ultimo ma necessario atto della complessa azione di restyling dello stabile che ha riguardato pure il cappotto termico, la facciata esterna ed il montaggio dei pannelli fotovoltaici. Si tratta di uno degli effetti collaterali del Bonus 110%. Prima ambìto, ora divenuto famigerato.

La perdita del beneficio


Succede che i lavori per l’installazione dell’ascensore, programmati per l’agosto dello scorso anno, sono iniziati soltanto il 25 novembre del 2023. Troppo tardi per essere completati entro il 31 dicembre, per come previsto dalla legge. Nonostante la ditta incaricata, una volta avviato il cantiere, abbia rispettato la tabella di marcia completando l’opera nei trenta giorni lavorativi previsti.
Per cui il condominio ha parzialmente perduto il beneficio del credito d’imposta, che per il 2024 è pari solo al 70 percento. La differenza non sono spiccioli: ballano circa trentamila euro. E qui è iniziato un braccio di ferro con il general contractor il quale avrebbe richiesto la somma ai condomini, per sbloccare la situazione e mettere in funzione l’ascensore. Altrimenti niente collaudo.

L’impresa responsabile del garbuglio

I condomini sono disponibili ad anticipare questa spesa, pur di tornare alla libertà soprattutto con l’arrivo della calura estiva. Ma vorrebbero riservarsi di intraprendere un’azione risarcitoria nei confronti dell’impresa a cui imputano il danno subito. Sono così passate le settimane e i mesi. Ma nei dodici appartamenti sono presenti soggetti con gravi patologie, alcuni cardiopatici, altri invalidi non deambulanti. Persone anziane per i quali l’ascensore non è un capriccio, ma una necessità. Per questo, su sollecitazione del Prefetto Vittoria Ciaramella, informata della situazione di disagio, la polizia locale ha effettuato un sopralluogo per verificare lo stato di pericolo in cui versano alcuni dei condomini. Lanciando così un segnale di attenzione e, contestualmente, un invito a risolvere il problema. Con l’auspicio che nessuno tra i residenti, venga a trovarsi in uno stato di improvviso malessere tale da richiedere l’urgenza di un intervento medico. Con conseguenze alle quali poi, sarebbe davvero difficile rimediare.