I produttori del “Monaci” hanno aperto la loro cantina per festeggiare in grande stile il risultato ottenuto al Concours Mondial de Bruxelles
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Lo scorso 22 luglio, Cantine Giraldi&Giraldi ha brindato alla medaglia d’oro ottenuta al Concours Mondial de Bruxelles assegnata in Cina all’etichetta “Monaci”, annata 2023. Un riconoscimento importante, sì, ma per i gemelli Alessandro e Pierfrancesco Giraldi non è un punto d’arrivo: è un altro passo, un’altra conferma che la strada intrapresa è quella giusta. È con questo spirito che hanno deciso di condividerla aprendo le porte della cantina tra le colline di Rende a stampa, tecnici, amici di sempre e a tutti coloro che, in modi diversi, hanno accompagnato il loro cammino. Perché il vino è soprattutto questo: un gesto di condivisione, di racconto, di amore per il territorio.
La storia di Cantine Giraldi&Giraldi inizia tra i banchi di scuola, quando il professore Mario Reda trasmette qualcosa in più di una semplice lezione. È lui a far innamorare i gemelli della terra. E c’era anche lui a festeggiare quella medaglia d’oro come testimone di un percorso che ha visto nascere una passione e trasformarla in un’impresa. L’assessore regionale all’Agricoltura Gianluca Gallo ha ricordato la prima volta in cui assaggiò Monaci: «Ne rimasi colpito ma la sorpresa più grande arrivò poco dopo. Quando conobbi i gemelli, fu una scoperta: due ragazzi umili, dediti, sempre con il sorriso sulle labbra. Se oggi il vino calabrese varca certi confini - ha detto - è anche merito loro, che ci permettono di presentarci con prodotti di altissima qualità».
Presente anche Fulvia Caligiuri, Direttore Generale di Arsac, che ha voluto sottolineare quanto l’impegno per il territorio passi proprio da storie come quella dei fratelli Giraldi. Ha parlato di passione, di dedizione e di risultati che stanno portando la Calabria a essere protagonista di vetrine sempre più prestigiose: «È una bellezza rara vedere ragazzi che scelgono di restare, di dedicarsi alla terra. L’agricoltura è una malattia, una bellissima malattia che ti entra nelle vene. Non è un mestiere che un giorno decidi di lasciare. È per sempre».
A brindare con Alessandro e Pierfrancesco c’era poi Maurizio Rodighiero, presidente dell’Accademia del Magliocco, che da sempre segue con stima il percorso dei gemelli. Un legame fatto di consigli schietti, incoraggiamenti e quella severità - paterna e affettuosa - di chi vuole solo il meglio: «Il loro risultato è il frutto di un lavoro doppio perché costruire un’azienda da zero in un territorio dove la viticoltura non era ancora così strutturata ha richiesto una visione e una forza non comuni».
Tra i presenti anche Gennaro Convertini, direttore tecnico del Consorzio Terre di Cosenza Dop, presidente dell’Enoteca Regionale e giudice del Concours Mondial de Bruxelles, ma soprattutto un punto di riferimento per i gemelli. Li ha accompagnati seguendo da vicino ogni passo e oggi condivide la soddisfazione per una medaglia dal valore enorme, consapevole del peso che il riconoscimento ha nel mondo del vino: «Ricevere un premio in un contesto internazionale come la Cina è un grande onore - ha commentato - e un segnale forte di qualità e identità che fa bene a tutta la Calabria».
Con un saluto e un augurio sono intervenuti inoltre Giuseppe Palmieri, presidente Fisar Calabria, e il giornalista Gianfranco Manfredi. Hanno parlato dell’impegno e del coraggio dei gemelli che hanno scelto di lasciare tutto per dedicarsi alla viticoltura, con le numerose sfide che questo comporta. Durante la chiacchierata moderata da Rachele Grandinetti, giornalista e sommelier, gli ospiti hanno fatto esperienza di una verticale, degustazione di vecchie annate di Monaci, vero viaggio nel tempo e nei profumi del Magliocco. La serata poi è proseguita a bordo piscina con le più belle canzoni dell’estate, di oggi e di un tempo, grazie al maestro Riccardo Galimi, e il banchetto preparato da Giuliana - la mamma dei gemelli - con l’aiuto del loro papà Francesco.