Tutti gli articoli di Cronaca
I recenti arresti per droga operati dai carabinieri su richiesta della Dda di Catanzaro hanno portato al pettine molti nodi che riguardano l’autostazione di Cosenza. Enfatizzandone ancora di più le contraddizioni. Il quartiere vive già da tempo un problema di scarsa sicurezza per i residenti e per i tanti ragazzi – molti dei quali minorenni – che quotidianamente affollano le pensiline, ma la realtà proposta in via giudiziaria supera ogni timore.
A Cosenza si contano cinque o sei bande criminali collegate alla ‘ndrangheta, altrettanti sono i quartieri alle prese con situazioni di degrado e disagio sociale. Questi, per una piccola città, sono da considerare a tutti gli effetti come eccessi da evitare, ma nelle ultime ore, invece, si è andati addirittura oltre.
Una piazza di spaccio gestita dagli immigrati con il placet della malavita locale, infatti, è un fenomeno con cui fin qui hanno dovuto confrontarsi le grandi città; che ciò avvenga in un posto come Cosenza, in una zona centrale e a due passi dal salotto buono dell’isola pedonale, costituisce solo l’ennesimo eccesso. Forse quello definitivo. Non si tratta di sovradimensionare il problema, ma di dimensionarlo come merita. E i timori, le nevrosi e le insicurezze di chi l’autostazione la vive ogni giorno, valgono da conferma a questa necessità.