La sua progettualità è «positiva». Pensa soprattutto «al lavoro e agli affetti familiari». Quindi, può tornare in libertà. È sulla scorta di questo ragionamento che il Tribunale di sorveglianza di Reggio Calabria ha dato il via libera al ritorno in libertà di Marco Mario, cosentino di 41 anni già detenuto nel carcere di Laureana di Borrello. Il suo difensore Gianpiero Calabrese aveva presentato ben tre richieste di misure alternative: i domiciliari, la semilibertà o l’affidamento in prova ai servizi sociali. Il giudice ha optato per quest’ultima, la più favorevole a Mario, ritenendo che lo stesso abbia intrapreso la strada del «pieno recupero» e che la sua personalità sia ormai orientata verso «uno stile di vita diverso da quello deviante».

L’uomo era dietro le sbarre dal 2016 e avrebbe finito di scontare la pena nel 2027. In passato ha incassato condanne per estorsioni, furti, ricettazione, resistenza a pubblico ufficiale, evasione e soprattutto omicidio, quello di Liberata Martire avvenuto il 30 gennaio del 2007 nel Villaggio rom di via degli Stadi. Quel giorno, la donna si trovava nella cucina della sua abitazione e fu uccisa da una fucilata partita dall’esterno. Il vero obiettivo era uno dei suoi figli, in precedenza coinvolto in una lite tra bande dedite ai furti d’auto con richiesta estorsiva ai proprietari. Il successivo processo ha decretato la colpevolezza di Mario e di alcuni dei suoi fratelli, ma da allora molte cose sono cambiate.

Mario ha avuto quattro figli e dall’aprile del 2023, la sua buona condotta gli ha consentito di ottenere il beneficio del lavoro esterno nonché diversi permessi premio. «Ha sempre mantenuto un comportamento regolare» sottolinea il Tribunale reggino, in più ha mostrato «affidabilità e matura riflessione critica». Il fatto che disponga anche di un’occupazione lavorativa «seria» ha convinto ulteriormente i giudici a dargli la chance suggerita dal suo avvocato. «Sebbene non si sottovaluti il percorso criminale del soggetto – è scritto in conclusione nel provvedimento – si ritiene che la misura alternativa sia idonea a fronteggiare la sua residua pericolosità sociale».

Valgono per lui le solite prescrizioni: non uscire dal territorio della provincia di Cosenza, rimanere in casa dalle 21 alle 7, tenersi alla larga dalle armi e dalla compagnia di altri pregiudicati. Per il resto, buona vita.