VIDEO | Dopo che Tina Avolio e Francesco Spanò hanno reso pubblica la vicenda del figlio Mattia, una casa famiglia della provincia di Cosenza si è resa disponibile a ospitare il giovane in attesa che si liberi il posto in una Rems, come ordinato dal giudice del tribunale di Sorveglianza
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Mattia Spanò, detenuto psichiatrico di 32 anni, avrà la possibilità di riassaporare la libertà e sottoporsi alle cure di cui ha bisogno, restando sotto stretta osservazione: una casa famiglia per persone con disabilità della provincia di Cosenza si è resa disponibile a ospitarlo e contribuire alla sua riabilitazione. La notizia, resa nota dall'avvocato Marco Bianco, arriva pochi giorni dopo le pubbliche denuncia dei genitori, Tina Avolio e Francesco Spanò, preoccupati per le sorti del giovane.
La vicenda
Mattia Spanò è un detenuto psichiatrico attualmente ristretto nel carcere di Arghillà, dove ha finito di scontare una pena per tentato omicidio nei confronti della madre. L'allora 28enne - era il 29 settembre del 2021 -, già in cura da tempo per problemi mentali, accoltellò la donna durante una crisi, probabilmente esasperata dagli effetti degli stupefacenti. Ufficialmente, ha finito di scontare la condanna lo scorso 15 agosto, ma non è stato possibile scarcerarlo.
Le perizie degli esperti evidenziano una forte pericolosità sociale e pertanto Mattia dovrà affrontare un periodo di almeno tre anni in una Rems, una residenza per l'emissione delle misure di sicurezza, idonea ad ospitare gli autori di reato con problemi psichiatrici. Ma in Calabria non c'è posto. Le uniche due strutture si trovano a Girifalco, in provincia di Catanzaro, e Santa Sofia D'Epiro, in provincia di Cosenza, e hanno un totale di venti posti, già tutti occupati. Di qui, la decisione dei genitori di rendere pubblica la vicenda e chiedere aiuto.
Il possibile trasferimento
L'avvocato Marco Bianco, che difende il giovane di Cetraro, ha già provveduto a informare il Tribunale di Sorveglianza di Catanzaro ea richiedere il trasferimento nella casa famiglia, in attesa che si liberi un posto in una delle due Rems calabresi. La decisione finale spetta al giudice.
Il caso ha sollevato un'ondata di solidarietà nei confronti della famiglia, che si trova a fronteggiare una situazione drammatica. Della vicenda, si è occupato nei giorni scorsi anche l'avvocato Giuseppe Aloisio, neo Garante dei diritti delle persone private della libertà persona della città di Reggio Calabria.