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L’imprenditore Massimino Aceto, coinvolto nell’inchiesta sul comune di Rende, lascia gli arresti domiciliari. Lo ha stabilito il giudice delle indagini preliminari Piero Santese, accogliendo la richiesta di modifica della misura cautelare avanzata dagli avvocati Gianluca Garritano e Antonio Quintieri, difensore dell’indagato.
Sempre il gip, relativamente all’ipotesi di falso (che sarebbe stato commesso il 2016) contestata ad Aceto, ha applicato la misura meno afflittiva dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Contestualmente il giudice Santese ha dichiarato la perdita d’efficacia della misura cautelare per scadenza dei termini di custodia cautelare per i due reati di turbativa d’asta che il Riesame di Catanzaro aveva confermato.
Il Riesame di Catanzaro invece aveva ritenuto – sempre per Massimino Aceto – insussistente la gravità indiziaria per le due corruzioni, una in concorso con Marcello Manna e l’altra con un finanziere. Oggi quindi la situazione è parzialmente mutata. Ad Aceto viene concesso l’obbligo di firma ma può tornare a circolare liberamente per il territorio, mentre per Manna, circoscrivendo il caso alla turbativa d’asta per la gestione del “Melograno“, non cambia nulla. Il divieto di dimora nel comune di Rende ancora persiste, nonostante manchino pochi mesi alla perdita d’efficacia della misura cautelare. Dunque è solo questione di tempo.