Il racconto della donna che ha denunciato la scomparsa: «Nessuno voleva farlo, la famiglia era da sola. Ho ricevuto pressioni per vedere la denuncia, chi sa qualcosa parli»
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Tanti giorni felici, i programmi per il Natale alle porte e poi un lungo silenzio, inspiegabile, che ancora non si è interrotto. È questo il racconto di Antonia (la chiameremo così per tutelare la sua privacy e proteggere la sua identità), amica di Angelica Causil, la donna colombiana residente a Rende di cui non si hanno notizie ormai dal 25 novembre.
Angelica Causil, i giorni prima della scomparsa e il viaggio a Napoli
Ricostruiamo i fatti: Antonia e Angelica si vedono a Caserta, verso metà novembre. Le due donne si conoscono da anni, sin da quando Angelica era Diego e abitava ancora in Colombia, e c’è un fortissimo rapporto tra loro: si vedono spesso, Angelica è spesso ospite della famiglia di Antonia e anche questa volta si incrociano per passare del tempo insieme.
Angelica però, prima di andare da lei, deve sbrigare una commissione: ha dei soldi messi da parte, deve mandarli in Colombia alla sua famiglia che deve acquistare una casa. Non vuole portare questi soldi con sé a Napoli, quindi li affida ad una cara amica che fa l’estetista. Ecco come ricorda quei giorni Antonia: «Era molto felice e tranquilla, avevamo parlato di cosa fare a Natale, le ho detto che l’avrei ospitata qui da me: mi aveva detto di dover tornare a Cosenza per sbrigare delle faccende, doveva mandare dei soldi a casa e li aveva lasciati ad un’amica. È tornata a Rende ma non ho più avuto sue notizie».
Il primo campanello d’allarme è quanto Angelica smette di rispondere al telefono, sia a lei che alla famiglia: dopo qualche giorno, riceve una chiamata dalla coinquilina, Lorena, che la avvisa che Angelica è scomparsa. «Mi ha chiamato per dirmi che è tornata a casa e non c’era nessuno – racconta Antonia – ma abbiamo aspettato qualche ora. Quando ho visto che non tornava, però, le ho detto di andare a fare la denuncia ma continuava a prendere tempo».
Angelica Causil, la denuncia mai fatta a Rende e la decisione dell’amica
Qui la vicenda, dalla ricostruzione di Antonia, si complica: «Lorena non voleva fare la denuncia e ogni volta prendeva tempo con una scusa diversa: prima doveva partire, poi aveva un impegno, poi mi ha detto addirittura che non poteva farla trovando motivi futili. Ho aspettato finché dopo l’ennesima scusa ne ho parlato con mio marito e siamo andati insieme a sporgere denuncia dai carabinieri a Napoli, a Borgo Loreto: appena le ho detto della denuncia è andata su tutte le furie, ha iniziato a insultarmi e a gridare al telefono, dicendomi che avevo rovinato tutto. MI ha chiesto più volte di vedere la copia della denuncia ma mi sono rifiutata, mi ha insultato pesantemente».
La richiesta di vedere la denuncia depositata a Napoli non è arrivata solo da lei: «Sono stata contattata anche da altri numeri, che mi hanno chiamato da numeri privati, e sono stata anche contattata dalla sua amica estetista che ha detto che le serviva la denuncia per portarla dai carabinieri a Rende. Non mi sono fidata, ho detto che ero lì con la famiglia e poi hanno chiuso, ma sono stati molto insistenti».
Dopo la registrazione della denuncia, Antonia ha aspettato che si muovessero le acque ma la sua attesa per molti giorni è stata vana: «Quello che so è che dopo la denuncia nessuno delle forze dell’ordine mi ha chiamato: sono in contatto con la famiglia, siamo tutti molto preoccupati anche perché era serena, non aveva pensieri per la testa, era tranquilla e non sappiamo cosa aspettarci adesso. Sappiamo solo che doveva consegnare questi soldi alla famiglia e che poi è sparita: nessuno ci dice nulla e siamo davvero preoccupati che possa esserle successo qualcosa di brutto».




