L’uccisione di Luciano Converso arriva una settimana prima di un presunto summit di mafia tenutosi a Rossano al quale avrebbero partecipato Cataldo Marincola, storico boss di Cirò, e “CenzoPirillo, poi ucciso in un agguato di ‘ndrangheta. Lo riferisce il pentito Nicola Acri, ex capo società dell’omonima cosca collegata ai Morfò di Rossano.

Il collaboratore di giustizia racconta il delitto Converso in uno dei tanti verbali resi alla Dda di Catanzaro, nell’ambito dei casi di “lupara bianca” avvenuti nel corso degli ultimi 30 anni in provincia di Cosenza. Il tutto parte dal fatto che in quel periodo c’erano dei contrasti tra i clan cosentini e i crotonesi, al punto «Cataldo Marincola disse ai presenti di avere avuto contatti con i Grande Aracri e i Nicoscia», i quali sarebbero stati disposti «a fare la pace con la garanzia del crimine cirotano» dice Nicola Acri. «Ricordo che sia i membri della famiglia Arena e i Megna acconsentirono alla possibilità di addivenire a una pace riservandosi però di parlare della cosa con le loro famiglie».

«Dopo questo incontro ricordo che venne a trovarmi a Rossano Cataldo Marincola insieme a Pirillo. Precisamente una settimana prima dell’omicidio Converso. Abbiamo mangiato in un agriturismo» precisa il pentito e «Cataldo, sempre nella sua volontà di capire i contrasti creatisi con Cirò, mi chiese come mai non ero andato a trovarlo prima. Volle capire come si erano comportati gli “zingari” e lo aggiornai di alcuni contrasti tra la mia cosca e “Giravite” di Corigliano» afferma l’ex killer cosentino.

«Cataldo mi disse di non toccare “Giravite” e io tornai a parlare del fatto che non comprendevo come i cirotani si fossero avvicinati ai Forastefano. In quell’occasione Pirillo minimizzò la loro collaborazione con i Forastefano dicendo davanti a me e Cataldo che i cirotani avevano lavorato solo poche partite di droga con i Forastefano al fine di mantenere buoni rapporti di vicinato. Pirillo mi disse pure, quasi rimproverandomi, che lo Scootet Xmax che gli avevo pagato io in realtà era stato acquistato da Converso. Mi disse che era stato lo stesso Converso a dirglielo, dicendomi che Converso si recava a Cirò da Spagnolo e di essersi attribuito la paternità dell’acquisto direttamente con il “Bandito“» sottolinea Acri.

«Preciso questa circostanza perché dopo questo incontro maturai il proposito di eliminare Converso, per come spiegai a Marincola e a Pirillo, Converso aveva detto cose non vere e ciò che mi fece dubitare della sua lealtà era che si recasse a Cirò a parlare con gli esponenti di quella locale senza dirmelo».