Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Le immagini di videosorveglianza a circuito chiuso del bar in cui è avvenuta la sparatoria a Luzzi hanno consentito di ricostruire «in maniera chiarissima la dinamica del fatto e di individuare perfettamente il soggetto che aveva esploso i colpi d’arma da fuoco» ai danni del 26enne, «atteso che il tutto avveniva proprio nel campo visivo delle telecamere». È quanto si legge nell’ordinanza di convalida firmata dal gip di Cosenza Piero Santese, all’esito dell’udienza svoltasi nella mattinata del 9 febbraio nei confronti di Antonio Abbruzzese, il ragazzo di Cosenza, accusato di aver ferito la vittima.
I filmati, secondo quanto hanno evidenziato i carabinieri del Norm di Rende, hanno permesso di immortalare il momento in cui Antonio Abbruzzese ha estratto «una pistola del tipo revolver», esplodendo dei colpi di arma da fuoco, «dall’alto in basso e con direzione degli spari alle gambe della vittima». Il quadro indiziario è stato ulteriormente arricchito dal rinvenimento a casa di Abbruzzese degli indumenti utilizzati al momento del fatto. Ciò ha convinto il giudice cautelare di primo grado a ritenere sussistenti i gravi indizi di colpevolezza nonché le esigenze cautelari.
La motivazione data sulla misura meno afflittiva, quella dei domiciliari rispetto alla custodia in carcere, è che «l’indagato annovera a suo carico solo un precedente per ricettazione con pena patteggiata a due mesi e 20 giorni e 200 euro di multa». Quello che non emerge, allo stato attuale, è la causa scatenante della sparatoria. Un aspetto che i carabinieri intendono approfondire nel corso dei prossimi accertamenti.