“Occhi di ghiaccio” è stato condannato a 9 anni e 4 mesi per l’assassinio avvenuto nel 2001: chiuso dopo 25 anni un caso di “lupara bianca”
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Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Catanzaro, Fabiana Giacchetti, ha inflitto oggi una condanna (rito abbreviato) a 9 anni e 4 mesi di reclusione a Nicola Acri, detto “Occhi di ghiaccio”, ex boss della ‘ndrangheta di Rossano e oggi collaboratore di giustizia. Acri era imputato per l’omicidio di Andrea Sacchetti, 29 anni, ucciso il 5 febbraio 2001 tra Cantinella e Sibari, nella Sibaritide. Un delitto rimasto nell’ombra per quasi venticinque anni e riconducibile a un episodio di cosiddetta “lupara bianca”.
La pubblica accusa, rappresentata dalla pm Stefania Paparazzo della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, aveva chiesto una pena più lieve: 7 anni e 8 mesi. Acri ha ammesso di aver attirato Sacchetti in un’azienda agricola e di avergli sparato cinque o sei colpi di pistola. La vittima, piccolo pregiudicato, cercava di farsi accettare negli ambienti criminali locali. La madre e il fratello di Sacchetti si erano costituiti parte civile. Con la sentenza di oggi si chiude uno dei casi più oscuri della criminalità nella zona della Sibaritide.