Si conclude dopo sette anni il processo di primo grado dell’inchiesta “Merlino”, che nel 2018 coinvolse parte dell’amministrazione comunale di Fuscaldo e diversi tra imprenditori e professionisti dell’area di Cosenza e provincia. Le indagini furono coordinate dall’allora procuratore capo di Paola, Pierpaolo Bruni, che puntava a fare luce su un giro di appalti e affidamenti diretti per oltre sette milioni di euro. All’esito della sentenza, l’ex sindaco di Fuscaldo, Gianfranco Ramundo, è stato condannato a un anno di carcere per un unico capo di imputazione, mentre è stato riconosciuto non colpevole per tutti gli altri reati contestati. La pena, che risulta sospesa, è arrivata nonostante la richiesta della procura paolana di assolverlo in toto. A ogni modo, Ramundo, che ha rinunciato alla prescrizione, avrà facoltà di difendersi nel processo d’appello.

Assolti tutti gli altri

Gli altri otto imputati del medesimo processo sono stati tutti assolti. L’operazione fu eseguita nel novembre del 2018 dai militari della Guardia di Finanza di Paola e della città bruzia. Originariamente, gli indagati dell’inchiesta Merlino erano diciannove, tra amministratori pubblici, imprenditori e professionisti. Quattordici persone furono attinte da misure cautelari e tra coloro che finirono in carcere c’era anche l’allora sindaco di Fuscaldo. Tuttavia, l’ex primo cittadino riottenne la libertà appena dodici giorni più tardi, grazie alla decisione del tribunale del Riesame. Per gli indagati, le accuse riguardavano a vario titolo presunti illeciti su appalti e affidamenti diretti da oltre sette milioni di euro.