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A San Giovanni in Fiore c’è un “locale” di ‘ndrangheta riconducibile alla cosca Marrazzo di Belvedere Spinello. A certificarlo è la seconda sezione penale della Cassazione che, nella notte del 23 settembre 2022, ha emesso la sentenza del processo “Six Towns“, rito abbreviato, una delle tante inchieste antimafia della Dda di Catanzaro condotte in provincia di Crotone. Questa indagine, come “Stige“, toccava anche la provincia di Cosenza, e ancora una volta, il comune di San Giovanni in Fiore.
Per chi accusa, quindi, i due territori, da un punto di vista criminale, sono collegati. In tal senso, spiccano le condanne di Agostino Marrazzo a dieci anni di reclusione per associazione mafiosa e di altri imputati di San Giovanni in Fiore. Nello specifico di Giovanni Spadafora (10 anni e 4 mesi), Giovanni Madia (9 anni e 2 mesi), Ilario Spina Iaconis (6 anni e 8 mesi), Vittorio Spadafora (collaboratore di giustizia, 3 anni e 8 mesi) e Salvatore De Marco (8 anni). Gli ermellini, tuttavia, hanno annullato con rinvio la condanna a 10 anni di carcere di Francesco Rocca, ritenuto uno dei promotori della “cellula mafiosa” di San Giovanni in Fiore. Il ricorso degli avvocati Luca Acciardi e Alfredo Gaito ha trovato pieno accoglimento. Servirà dunque un nuovo processo di secondo grado.
Processo “Six Towns”, le altre decisioni della Cassazione
Sempre la Cassazione ha annullato con rinvio altre tre posizioni. Parliamo di Sabatino Domenico Marrazzo, accusato di 416 bis: in primo grado era stato condannato a 8 anni, ma in appello era giunta l’assoluzione, oggi bloccata dagli ermellini. Per il fratello Agostino, invece, arriva l’annullamento con rinvio per l’omicidio di Francesco Ionà, avvenuto nel 1999 a Belvedere Spinello. Ergastolo in primo grado, innocente per la Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro. Ma per i giudici di legittimità è tutto da rifare.
Esito positivo anche per Saverio Gallo, difeso dall’avvocato Tiziano Saporito. In questo caso l’imputato rispondeva di traffico di droga (art. 74 e 73). In secondo grado era stata confermata la condanna a 7 anni e 2 mesi di carcere. Anche qui ritorna tutto in gioco.
Infine, la posizione del pentito Francesco Oliverio è stata annullata dalla Cassazione con rinvio per nuovo giudizio innanzi alla Corte di Assise di Appello di Catanzaro e che quindi ad oggi non dovrà scontare la pena di anni 16 e mesi 2 di reclusione (pena, tra l’altro, comprensiva di anni 4 di reclusione per la riconosciuta continuazione con altra sentenza definitiva ed irrevocabile ove il Collaboratore di Giustizia era stato già giudicato con separato giudizio per il reato associativo ex art. 416 bis c.p). Oliverio è difeso dall’avvocato Maria Karen Garrini.