Momenti di tensione all’interno della casa circondariale di Corigliano Rossano. Un detenuto ha tentato di togliersi la vita tagliandosi le vene. A scoprire quanto stava accadendo sono stati gli agenti della Polizia Penitenziaria, che sono riusciti a intervenire in tempo, bloccando il gesto e prestando i primi soccorsi.

Il personale, resosi conto della gravità della situazione, ha immediatamente allertato il 118. L’uomo è stato quindi affidato ai sanitari e trasferito d’urgenza all’ospedale di Cosenza, dove è stato ricoverato per ricevere le cure necessarie.

L’uomo è accusato di reati sessuali. Al momento del fatto si trovava nella struttura penitenziaria di Corigliano Rossano in attesa di trasferimento verso un istituto dotato di reparto protetto.

Il carcere di Corigliano Rossano non dispone infatti di una sezione riservata a questa tipologia di detenuti. La sua permanenza era temporanea e legata alle procedure di destinazione in un altro presidio penitenziario.

Secondo le informazioni raccolte, il detenuto avrebbe compiuto il gesto all’interno della sua cella. L’allarme è scattato rapidamente, consentendo alla Polizia Penitenziaria di raggiungerlo e bloccare l’emorragia in attesa dell’arrivo dei soccorsi.

Il tempestivo intervento ha reso possibile il trasferimento in condizioni di emergenza verso l’ospedale di Cosenza. Al momento non sono stati diffusi ulteriori dettagli sullo stato di salute dell’uomo dopo il ricovero.

Gli agenti, durante le consuete attività di vigilanza, hanno notato la situazione anomala e sono entrati in cella. Una volta resisi conto della gravità, hanno seguito le procedure di primo soccorso e richiesto l’immediato intervento dei sanitari.

L’ambulanza è giunta rapidamente all’istituto e ha preso in carico il detenuto, trasferendolo a Cosenza in codice rosso. L’arrivo in ospedale è avvenuto nel più breve tempo possibile, vista la natura del gesto e le condizioni riscontrate.

La casa circondariale di Corigliano Rossano ospita centinaia di detenuti provenienti da diverse province calabresi. Non dispone di un reparto protetto per detenuti considerati sensibili, tra cui coloro che sono accusati di reati sessuali.