L’inchiesta della procura di Cosenza sulle presunte opere false di Andy Warhol esposte a Rende, nell’ambito della mostra “Pop Art Revolution”, organizzata presso il Museo del Presenteprosegue senza esitazioni. L’indagine, coordinata dal procuratore capo Vincenzo Capomolla, sarebbe nata da una segnalazione arrivata da una città del Nord direttamente sul tavolo del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza. Gli investigatori a quel punto hanno verificato la fondatezza di quell’allarme, relazionando la Procura su quanto riscontrato sul posto. Da lì è partito il procedimento penale affidato al pubblico ministero Antonio Bruno Tridico.

Come emerge dalla sentenza della Corte di Cassazione, il Tribunale del Riesame di Cosenza ha condiviso le argomentazioni formulate dall’accusa, confermando la legittimità del sequestro probatorio delle opere ritenute dagli inquirenti, in larga parte, contraffatte. Valutazioni a cui è giunto anche un tecnico di fama nazionale al quale è stato chiesto un parere in merito all’autenticità delle opere.

Non ha trovato accoglimento la linea difensiva secondo cui i lavori fossero regolarmente assicurati, sebbene con un valore economico definito “non elevato”. L’indagine resta aperta e si attendono gli sviluppi degli accertamenti tecnici per valutare un eventuale ampliamento del perimetro dei reati ipotizzabili.

La decisione della Cassazione

La Suprema Corte aveva dichiarato inammissibile il ricorso di Gianfranco Rosini, 61 anni, originario di Rimini, indagato a Cosenza per la presunta contraffazione di tele attribuite a Andy Warhol e sequestrate lo scorso 25 marzo. 

Secondo la ricostruzione contenuta negli atti, gli investigatori del Nucleo TPC avrebbero individuato in mostra opere che, sulla base dei primi accertamenti tecnici, risulterebbero riproduzioni non autentiche. Il valore stimato del materiale sequestrato sfiorerebbe il milione e mezzo di euro. Rosini è indagato per le fattispecie penali previste dagli articoli 518-quaterdecies e 518-sexiesdecies del codice penale, norme specifiche sul contrasto alla contraffazione nel mercato dell’arte.

La difesa aveva contestato la regolarità del provvedimento, sostenendo che la motivazione fosse carente e che il sequestro fosse sproporzionato rispetto al reale valore dei beni. Aveva inoltre richiamato l’assenza di un concreto pericolo di alterazione delle opere e il decorso del tempo dalla loro acquisizione. Gli ermellini, tuttavia, hanno ritenuto il ricorso privo di fondamento. Nelle motivazioni la terza sezione penale ha spiegato che il sequestro è pienamente aderente alle esigenze probatorie della Procura e trova riscontro nelle verifiche già effettuate dagli esperti dell’Arma.

La Cassazione ha ribadito che, in sede di convalida, è sufficiente una descrizione sintetica dei fatti quando il nesso tra gli oggetti e il reato è immediatamente evidente. Ha inoltre evidenziato la necessità di conservare le opere nello stato attuale finché non saranno completati gli accertamenti tecnici in corso.

Chi è Andy Warhol

Considerato uno dei protagonisti più influenti del Novecento, Andy Warhol, morto a New York nel 1987, ha rivoluzionato il concetto di arte contemporanea. Creatore indiscusso della Pop Art, seppe spaziare con naturalezza tra pittura, scultura, fotografia, cinema e produzione musicale, trasformando l’artista in un vero e proprio marchio personale.

Dietro un carattere schivo e un profondo complesso legato al proprio aspetto fisico, Warhol nascondeva un’intelligenza comunicativa brillante e un occhio attentissimo ai mutamenti del gusto e della società. Queste qualità gli permisero di reinventarsi continuamente e di costruire un’aura da icona pop, in cui la fama e l’immagine pubblica diventavano parte stessa dell’opera.