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di Alessandra Bruno
Si è conclusa venerdì 13 giugno la terza edizione del Festival Nazionale della Poesia presso Villa Rendano, con circa 500 spettatori incantati anche dall’esibizione dell’Orchestra Sinfonica Brutia diretta da Domenico Famà. Promossa e organizzata dal Comune di Cosenza e dalla Fondazione Giuliani, presieduta da Walter Pellegrini, con il patrocinio della Provincia e della Regione, questa edizione del Festival ha accolto un pubblico straordinario.
La direzione artistica, per il terzo anno consecutivo, è stata affidata al poeta Tiziano Broggiato; mentre il coordinamento artistico è stato realizzato dal poeta performer Daniel Cundari. A latere del Festival, l’Associazione Culturale Erranze Letterarie, con la presidente Veronica Longo Ferriolo e il coinvolgimento del critico letterario Antonella Falco, ha curato tante attività per coinvolgere in modo attivo e creativo il pubblico. «Citando Mario di Benedetti, la poesia non è di chi la scrive ma di chi ne ha bisogno. La Terza Edizione del Festival Nazionale della Poesia è stata una festa popolare della parola viva, una liturgia laica della bellezza, un modo diverso di abitare il tempo, lo spazio e il mondo. Un’esperienza da attraversare dove ognuno trova il suo posto e il suo verso.
Il Festival ha agito come un cuore pulsante: è stato comunità nel senso più pieno, incontro fra chi scrive e chi ascolta. Cosenza si è lasciata attraversare come un foglio bianco che ha accolto i versi e la poesia per tre giorni si è mescolata alla vita» racconta Antonietta Cozza, Delegata alla Cultura del Comune di Cosenza.
Nella giornata conclusiva del 13 giugno, l’opera intitolata “Cartoline dall’Italia in musica e in poesia” è stata un viaggio emotivo, un attraversamento dell’Italia accompagnati da versi e note. Con le musiche originali del maestro Francesco Perri e i testi scelti da Giuseppe Bruno, Dirigente del Settore Cultura del Comune di Cosenza, il viaggio è stato reso ancora più suggestivo dalle letture di Stefania Cola e Alessandro Cosentini. Progetto visionario e collettivo, questo Festival ha dimostrato come la forza del sapere agire insieme può realizzare ogni cosa.
Il fresco e ventilato giardino di Villa Rendano ha poi goduto dell’intervento di Arnaldo Colasanti, critico letterario che sceglie la bellezza come gesto necessario contro l’aridità del mondo «Voglio parlarvi di un grande poeta del ‘900, Dylan Thomas, poeta gallese. Scelgo lui per riflettere sul senso della poesia. Qual è il rapporto fra la poesia e la vita, la poesia e la morte? La poesia non è ne’ completamente vita ne’ completamente morte. Qui ci sono molto poeti e sono qui stasera, perché credono che esiste una solitudine sublime, che è la lettura, quella che ha una relazione con la vita, ma non solo.
Nella lettura, nella scrittura e nella poesia indubbiamente c’è un punto in cui la vita non basta e abbiamo bisogno, infuriandoci, di trovare qualcosa che sia diverso dall’assedio della vita stessa, che sia eterno, perpetuo. E l’essere umano sa cos’è il perpetuo nel tema della morte, quindi in qualche modo nella poesia c’è anche un esercizio di morte, nella poesia c’è il nudo richiamo per dare senso a noi stessi».
La serata ha letteralmente rapito il pubblico con il concerto durante il quale si sono alternate delle letture: un coinvolgente reading di poesie all’interno del concerto stesso. Una chiusura mozzafiato quella di venerdì a Villa Rendano per il Festival della Poesia di Cosenza. E a quanto pare l’organizzazione è già al lavoro per un’edizione 2026 ancora più ambiziosa e coinvolgente.