«Ci siamo accostate a questo lavoro con l’obiettivo di non cedere alla tentazione di spettacolarizzare il delitto o di mettere in scena il mostro. Al contrario, abbiamo voluto intraprendere un’indagine sulla natura del male e rappresentarlo in un contesto del tutto ordinario». Queste le parole all’unisono di Stefania De Cola, Patrizia Gallo e Francesca Marchese che hanno deciso di intraprendere questo viaggio introspettivo e ruvido nella storia nera di Leonarda Cianciulli che viene ricordata dalla cronaca dell’epoca come “La Saponificatrice di Correggio”, un caso ancora avvolto nel mistero che dalle autrici, attrici e registe è stato studiato attraverso ogni fonte plausibile diventando “Saluti e baci”. La produzione è dell’associazione culturale Le Sei Sorelle. La location il teatro comunale di Rovito, domenica 16 aprile alle ore 18. 

Il giallo tra leggenda e cronaca

Dal 1939 al 1940 misteriosamente sparirono nel nulla tre donne che Leonarda Cianciulli invitava spesso a casa e nel 1941, grazie alla cognata di una delle tre che denunciò la scomparsa al questore, iniziarono le indagini. Uscì fuori che le donne erano state uccise tutte da Leonarda rea confessa, svelando i particolari poco alla volta e facendo letteralmente accapponare la pelle a tutti i presenti durante la confessione. La Cianciulli fece sparire il cadavere della prima donna tramite saponificazione gettandone i resti nel canale di Correggio, divorando invece le altre due. Fece storia la frase che rivolse al giudice: “Se vuole essere mangiato anche lei, sono pronta a divorarlo…”.