Nel 2024 sono aumentate le commissioni medie applicate sulle operazioni bancarie. Per i conti di tipo tradizionale si è registrata una diminuzione dei canoni di base e di quelli per l'emissione delle carte di debito. Lo dice l’indagine della Banca d’Italia sul costo dei conti correnti. L’operatività dei correntisti è aumentata, ma la spesa media complessiva di gestione dei conti è rimasta sostanzialmente invariata a 101,1 euro, nel 2023 era a 100,7 euro. Lo dice l’indagine della Banca d’Italia sul costo dei conti correnti. Per i conti correnti online sono diminuiti i prezzi unitari dei servizi, mentre è aumentata l'operatività. La relativa spesa media di gestione è aumentata di 1,7 euro, ed è arrivata a 30,6 euro. Per i conti postali sono aumentati sia le commissioni unitarie sia l'operatività, comportando un aumento della spesa media di gestione da 67,3 a 71,6 euro. La spesa media ponderata per le tre tipologie di conto corrente si è attestata a 85,3 euro, in calo di 2,5 euro rispetto a quella dell'anno precedente.

La banca d’Italia attesta che la commissione per la messa a disposizione dei fondi applicata nei contratti di apertura di credito in conto corrente è rimasta pressoché stabile all'1,6% del credito accordato, era l'1,7% nel 2023. La commissione unitaria di istruttoria veloce applicata sugli sconfinamenti e sugli scoperti di conto corrente è aumentata da 13,7 a 16,2 euro

La denuncia del Codacons

Secondo l’associazione dei consumatori «La spesa per la gestione di un conto corrente è cresciuta in 10 anni del 23%, con i rincari dei costi per i prelievi Atm che hanno fatto impennare le spese variabili legate alla gestione del conto». «Nel 2014, secondo i dati della stessa Bankitalia, la spesa di gestione di un conto si attestava a 82,2 euro: questo significa - sottolinea il Codacons - che in 10 anni i costi in capo ai correntisti sono saliti in media del 23%, con la spesa cresciuta in totale di 18,9 euro a utente. Ma se le spese fisse passano dai 55,6 euro del 2014 ai 65,4 euro del 2024, con un incremento del 17,6% - sostiene ancora l’associazione dei consumatori - sono le spese variabili a registrare una vera e propria impennata, salendo in 10 anni da 26,6 a 35,7 euro, con un rincaro del 34,2%. Questo a causa sia della costante crescita dei costi dei prelievi agli sportelli Atm applicati dalle banche ai propri clienti, sia all’aumento del numero di operazioni come i bonifici istantanei - conclude il Codacons - sempre più utilizzati dagli italiani per i propri pagamenti».