Si è pronunciato, sul caso Cospito, anche l’Alto Commissariato dell’ONU per i diritti umani. L’Italia deve rispettare i diritti e la dignità dell’anarchico Alfredo Cospito, che, attraverso un prolungato sciopero della fame, ha voluto accendere i riflettori sul regime detentivo ex art. 41 bis dell’ordinamento penitenziario.

Una piaga giuridica che riguarda oltre settecento detenuti italiani, non solo per ragioni di mafia e non solo da poco tempo lì ristretti (anzi: molto spesso, detenzioni di lunga durata e con una composizione interna che oltre alle mafie riguarda anche ipotesi di terrorismo rubricabili a quella che una volta si sarebbe chiamata cospirazione politica). La presenza del 41 bis nel nostro sistema ha peraltro reso spesso complessa l’estradizione di detenuti condannati per reati di mafia, poiché una formula detentiva simile nella maggior parte degli altri Stati democratici semplicemente non esiste.

Appare chiaro insomma che ci sia un tema dietro, che isola l’Italia sul piano internazionale e che forse sul piano interno la rende meno efficace a gestire vertenze di sicurezza e pubblica incolumità. Esistono peraltro, oltre al 41 bis, forme detentive differenziate che raggiungono comunque livelli di spiccata sorveglianza, senza giungere alla complessiva sospensione di legalità che danno le forme di esecuzione della pena contrarie ai diritti umani. E c’è da dire anche che, fuori dall’emergenza o dagli scandalismi dei singoli casi volta per volta rinvenibili e considerabili, il sistema carcere tutto deve oggi indurre a una riflessione di sistema.

Proprio per questo, a partire dalle ore 17, oggi sabato 4 marzo il dibattito presso la Casa di Quartiere in via Galeazzo di Tarsia si annuncia particolarmente importante, denso, aperto, concreto. All’evento, “Oltre lo scandalo dell’emergenza e l’emergenza dello scandalo. Il 41 bis “alla fine” del caso Cospito”, organizzato dall’associazione Yairaiha Onlus, che vede l’attribuzione di tre crediti formativi (3) da parte dell’Ordine distrettuale degli avvocati, parteciperanno, tra gli altri, l’attuale presidente della Camera Penale “Fausto Gullo” di Cosenza, nonché un componente del suo Comitato scientifico, gli avvocati Roberto Le Pera e Maurizio Nucci, insieme ad Andrea Bottalico, della riconosciuta esperienza editoriale e telematica di NapoliMonitor, che dà a queste tematiche un riscontro e una lettura molto seguiti.

Interverranno, ancora, i docenti Domenico Bilotti e Oscar Greco, rispettivamente un giurista e uno storico, che si sono a più riprese, anche scientificamente, misurati su dette problematiche. A chiudere i lavori, con una toccante e attesa testimonianza, il reading del progetto “Emergenti Visioni”, dal titolo “Cinquantacinquemila nessuno: la prigione dentro e fuori dal carcere. Letture incrociate tra testimonianze e letteratura”.

L’annunciata, cospicua, partecipazione di cittadinanza può forse essere ulteriore controprova di una sensibilità diffusa che va facendo emergere nella pratica nuove istanze di giustizia, che valichino i problemi del processo e dell’esecuzione, convergendo piuttosto verso dinamiche concrete dell’odierna esperienza sociale. Prevista vieppiù la diretta Facebook sulla pagina ufficiale di Yairaiha.