C’è un nuovo eroe nello zoo mediatico social-politik. La strada battuta dal generale Vannacci piastrellata di luoghi comuni e una buona dose di razzismo e misoginia, frutta bene (il militare s’è messo in tasca fior di quattrini per un libro scritto pescando parole a caso dal sacco della tombola), ed ecco che arriva fresco fresco Stefano Bandecchi, l’uomo che non deve chiedere mai e di certo non chiede scusa. Lo sa bene Anna Laura Orrico, parlamentare pentastellata cosentina, che s’è trovata di fronte in diretta tv il ruspante sindaco di Terni, il quale ha capito che per uscire dalle secche della provincia bisogna fare l’omo d’un tempo, quello che che si rasa la mattina e pensa in quale pollaio infilarsi per creare schiamazzo. La parlamentare si è trovata davanti un tizio che s’è formato culturalmente negli spogliatoi del calcetto e davanti a cotanta manifestazione cavernicola, poco ha potuto fare se non lasciargli la clava e indicargli la vallata dei mammut.

Bandecchi da sindaco è diventato, in breve, presidente del partito post-maschilista, portatore insano del gene dell’homo binario che procede per angoli ottusi, quello che dimostra con i fatti che i fischioni davanti a una gonna stretta sono patrimonio dell’umanità, spiegando in Consiglio comunale non come risanare conti o sistemare strade, ma che «un uomo normale guarda il bel culo di un’altra donna e forse ci prova anche e poi, se ci riesce, se la tromba». Insomma uno che bada alle priorità, un politico più che di razza, di panza.

Tutti lo vogliono. Giornali, radio e televisioni si contendono Bandecchi come una volta si contendevano Belen, perché è un generatore automatico di titoli e interazioni sui social. Lui gongola e sa che è il momento di inventarsi nemici per inventarsi l’onore. Così, parlando di sé in terza persona, come un tronista qualunque, in diretta da Parenzo punta sugli attacchi ricevuti (ma come mai!), dopo le sue sparate da retro-officina (quelle tappezzate da poster e stelline sulle parti morbide).

«Credo semplicemente che questo sia un modo, oggi, per tentare di allontanare Stefano Bandecchi dalla politica. È un modo sbagliato, non ci riusciranno. Non avete voglia di comprendere ciò che ho detto, le parole che ho usato non richiedono alcuna scusa. Ma non voglio essere associato con chi fa femminicidi. A me quando una donna nella vita mi ha detto lascia perdere mi sono girato e me ne sono andato, da un’altra donna magari. Quelli che le ammazzano le donne sono degli imbecilli» dice. «Me ne comincio un po’ a fregare delle donne che hanno sensibilità. Le donne hanno più diritti di me, hanno troppa sensibilità. Ne avete troppa, gli uomini non possono più aprire bocca». Se la aprono come fa lui, forse è meglio così.