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La ministra del Turismo, Daniela Santanche', in visita alla 51esima edizione del Nauticsud nella Mostra d'Oltremare a Napoli, accolta da Gennaro Amato 12 febbraio 2025. ANSA / CIRO FUSCO
Il Tribunale di Milano ha stabilito che la giudice Tiziana Gueli resterà impegnata nel processo a carico della ministra Daniela Santanché, accusata di truffa aggravata ai danni dell’Inps. La decisione è stata presa dal presidente del tribunale, Fabio Roia, che ha sottolineato l’importanza di garantire la continuità dell’organo giudicante e la conoscenza approfondita degli atti da parte del magistrato che ha seguito fin dall’inizio la vicenda.
La decisione di Roia arriva in un momento cruciale, poiché la giudice Gueli, a partire dal mese di aprile, passerà dall’ufficio gip alla nona sezione penale. Tuttavia, per garantire il principio di mantenimento dell’organo giudicante e in considerazione del rischio di prescrizione dei reati contestati, la giudice continuerà a occuparsi del processo fino alla conclusione dell’udienza preliminare.
L’udienza del 20 maggio e quelle successive saranno dunque gestite ancora da Gueli, che era già stata prorogata nel suo incarico all’ufficio gip da fine febbraio fino al 31 marzo. Il presidente del tribunale ha ribadito che la sua permanenza nel caso è essenziale per garantire la continuità processuale, un elemento fondamentale soprattutto in procedimenti complessi come quello in questione.
Il contesto del processo
Daniela Santanché è accusata di truffa aggravata ai danni dell’Inps in relazione a presunte irregolarità nella gestione di cassa integrazione per i dipendenti delle sue aziende. Secondo l’accusa, ci sarebbero stati indebiti accessi agli ammortizzatori sociali, con false dichiarazioni sulle reali condizioni lavorative dei dipendenti.
La vicenda ha avuto un forte impatto mediatico, considerando il ruolo istituzionale della ministra e le implicazioni politiche del caso. La difesa di Santanché ha sempre respinto ogni addebito, sostenendo la correttezza della gestione aziendale e la regolarità dei rapporti con l’Inps.
Il rischio di prescrizione
Uno degli elementi che ha spinto Roia a confermare la giudice Gueli nel processo è il rischio di prescrizione. In Italia, molti procedimenti giudiziari vengono interrotti o subiscono rallentamenti che favoriscono la decadenza dei reati per decorrenza dei termini. Evitare il cambio di magistrato, dunque, consente di mantenere alta l’efficienza del processo e di garantire che il procedimento venga trattato senza ulteriori dilazioni.
In passato, casi simili hanno evidenziato come il cambio di giudice in corso d’opera possa rappresentare un ostacolo significativo all’accertamento della verità, poiché il nuovo magistrato deve rivedere l’intero fascicolo e acquisire familiarità con atti già analizzati dal predecessore.
Le reazioni alla decisione di Roia
La decisione di mantenere la giudice Gueli ha suscitato reazioni contrastanti. Da una parte, vi è chi sottolinea l’importanza di garantire la continuità del processo e di evitare manovre dilatorie che potrebbero ostacolare la giustizia. Dall’altra, i sostenitori della ministra vedono nella conferma della giudice una scelta che potrebbe influenzare negativamente l’andamento del processo.
Alcuni esponenti dell’opposizione hanno accolto con favore la decisione di Roia, interpretandola come un segnale di rigore e di garanzia per la trasparenza giudiziaria. Allo stesso tempo, fonti vicine alla ministra avrebbero espresso perplessità, temendo che il mantenimento della giudice possa tradursi in un atteggiamento più severo nei confronti della difesa.
Il prossimo passo: l’udienza del 20 maggio
L’udienza del 20 maggio sarà un momento chiave per il processo. In questa occasione, la difesa di Santanché potrebbe avanzare nuove richieste procedurali, mentre l’accusa continuerà a portare avanti la propria strategia per dimostrare la fondatezza delle contestazioni.
La conferma della giudice Gueli suggerisce che il tribunale intende proseguire con un iter giudiziario il più lineare possibile, senza ritardi che potrebbero compromettere l’efficacia del processo. Rimane da vedere quali saranno le mosse della difesa e se emergeranno nuovi elementi che potrebbero modificare il quadro accusatorio.
In ogni caso, la decisione di Roia rappresenta un punto fermo in una vicenda che continua ad attirare l’attenzione dell’opinione pubblica, sia per il peso politico della figura coinvolta sia per le possibili implicazioni che il processo potrebbe avere nel dibattito pubblico sulla trasparenza e l’etica nella gestione delle risorse pubbliche.