Perquisite le abitazioni dell’ex procuratore di Pavia e dei familiari di Andrea Sempio. Il magistrato sarebbe stato pagato al fine di ottenere il decreto di archiviazione
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Potrebbe registrarsi un nuovo sviluppo nell’indagine sul delitto di Chiara Poggi, la giovane di Garlasco uccisa nella propria abitazione. La Procura di Brescia nella mattinata del 26 settembre 2025 ha disposto una serie di perquisizioni a carico di Mario Venditti, ex procuratore di Pavia, indagato per il presunto ricevimento di somme di denaro da Andrea Sempio, nell’ambito di un procedimento penale collegato a quello che segue invece la Procura di Pavia.
Il decreto di perquisizione, firmato dal sostituto procuratore Claudia Moregola e dal procuratore Francesco Prete, ha autorizzato le forze dell’ordine a controllare la residenza di Venditti, eventuali dimore occasionali, veicoli e dispositivi informatici, tra cui PC, smartphone, tablet e supporti di archiviazione, al fine di reperire documentazione, appunti, comunicazioni e ogni elemento ritenuto pertinente al reato contestato.
Secondo gli atti, dagli appunti sequestrati il 14 maggio 2025 presso i genitori di Andrea Sempio emergerebbe che nel febbraio 2017, in concomitanza con l’iscrizione di Andrea Sempio nel registro degli indagati, sarebbe stata ipotizzata la corresponsione di una somma di denaro a Venditti per l’archiviazione del procedimento. L’archiviazione risulterebbe richiesta il 15 marzo e accolta dal GIP il 23 marzo 2017.
Le indagini avrebbero evidenziato anomalie nello svolgimento dell’attività investigativa a carico di Andrea Sempio, tra cui la mancata trascrizione di passaggi rilevanti delle intercettazioni ambientali e contatti sospetti tra i Sempio e i membri della polizia giudiziaria (Spoto e Sapone). In particolare, dalle intercettazioni ambientali condotte il 9 e il 10 febbraio 2017 emergerebbe che Andrea Sempio fosse già a conoscenza delle domande dell’interrogatorio: «Comunque ba detto che ti chiederà le cose che sono state depositate. Non è che…». «Lo so, lo so…». «Massimo se ti infila dentro qualche domanda che non… dici: guardi io non mi ricordo, son passati dieci anni…».
Dopo l’interrogatorio, padre e figlio avrebbero commentato: «Abbiamo cannato una risposta con riguardo al rinvenimento dello scontrino». E ancora: «A parte che erano dalla nostra… perché mi han fatto alcune domande che io ho capito perché me le facevano…».
Sempre dalle intercettazioni emergerebbe il riferimento alla necessità di «pagare quei signori lì» con modalità non tracciabili, passaggio mai trascritto nei verbali ufficiali. Parallelamente, accertamenti bancari delegati alla Guardia di Finanza avrebbero rilevato movimenti anomali tra i membri della famiglia Sempio: tra dicembre 2016 e giugno 2017, le zie paterne di Andrea Sempio, avrebbero emesso assegni per un totale di 43mila euro a favore del fratello Giuseppe; nello stesso periodo Giuseppe e Andrea avrebbero effettuato prelievi in contanti per circa 35mila euro, e Giuseppe Sempio avrebbe versato un assegno di 5mila euro a Patrizio Sempio, subito prelevato in contanti.
Il decreto ha autorizzato la perquisizione anche di computer, smartphone, tablet e supporti digitali in uso agli indagati, compresi eventuali account email e applicazioni di messaggistica, al fine di acquisire prove relative alle indagini su presunti pagamenti illeciti e alla necessità di denaro della famiglia Sempio.
Le perquisizioni coinvolgerebbero anche altri membri della famiglia Sempio e soggetti terzi, ritenuti collegati ai presunti illeciti.