Secondo il procuratore Fabio Napoleone, il Dna rinvenuto presenta «concordanza» con un cadavere esaminato nella stessa sala settoria e nello stesso periodo
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Nuova svolta nelle indagini sul delitto di Garlasco. La Procura di Pavia ha chiarito che il Dna maschile rinvenuto su una garza utilizzata durante l’autopsia di Chiara Poggi non appartiene a un aggressore, ma sarebbe il frutto di una contaminazione accidentale.
Gli esami, condotti dai professori Carlo Previderè e Pierangela Grignani, hanno stabilito che il profilo genetico coincide con quello di un soggetto sottoposto ad altra autopsia in un periodo vicino a quella della ventiseienne.
Ipotesi di contaminazione
Secondo il procuratore Fabio Napoleone, il Dna rinvenuto presenta “concordanza” con un cadavere esaminato nella stessa sala settoria e nello stesso periodo. La contaminazione potrebbe essere avvenuta tramite strumenti o materiali – come garze o pinze – non perfettamente isolati e utilizzati in successione.
Nuove verifiche e prossime scadenze processuali
Parallelamente, la Procura ha incaricato l’antropologa e medico legale Cristina Cattaneo di riesaminare tutti gli elementi tecnici, alla luce di questi sviluppi. I risultati delle nuove analisi potrebbero essere discussi il prossimo 24 ottobre durante l’incidente probatorio.
La posizione di Andrea Sempio
Sul piano giudiziario resta indagato per concorso in omicidio Andrea Sempio, amico di Marco Stasi, che si dichiara innocente. La madre, Daniela Ferrari, intervenendo a Filorosso, ha affermato: «Secondo me stanno tentando di incastrarlo creando cose che non sono vere. Viviamo un incubo dallo scorso febbraio».