Nel silenzio del governo, Genova ritrova la sua anima resistente: applausi e commozione per le parole della sindaca alla vigilia della missione marittima per Gaza
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Genova, città medaglia d’oro alla Resistenza, a mezzanotte ha rivissuto una pagina di orgoglio civile e collettivo. Davanti a 30mila persone radunate al porto, la sindaca Silvia Salis ha parlato con la fascia tricolore al petto, restituendo dignità a una politica spesso muta o assente. Un discorso che ha unito memoria, impegno civile e futuro, alla vigilia della partenza della Global Sumud Flotilla, la più grande missione marittima civile mai organizzata per portare aiuti umanitari a Gaza.
Genova che resiste
“Mi hanno chiesto perché sono qui con la fascia di sindaca – ha detto Salis – e la risposta è che non ho una sola ragione per non esserci. Non ce n’è una. Una sola”. Poi le parole che hanno scaldato il cuore della folla: “Mi scuso a nome della politica che rappresento, perché non ha risvegliato l’anima di Genova. Ma questa città sa da che parte stare quando è il momento di decidere. E stasera siamo tutti dalla parte giusta”.
Nel suo intervento, Salis ha rivolto un appello diretto al governo e alla Farnesina: “Devono seguire questa spedizione, devono fare in modo che raggiunga l’obiettivo e che torni sana e salva. Le persone che si imbarcano con la Global Sumud Flotilla sono i veri patrioti. Patriottismo non è nascondersi dietro le parole, ma ricordarsi che dove un bambino ha fame e nessuno risponde, lì non c’è patria”.
Un passaggio che ha strappato applausi fragorosi: “C’è chi si è appropriato delle parole patriottismo e nazione, ma i patrioti sono qui, perché rappresentano l’Italia solidale, l’Italia che resiste e non accetta che alcuni figli vengano considerati più importanti di altri”.
Le flotte in partenza
La Global Sumud Flotilla è pronta a salpare: ieri è partita da Genova e Barcellona la prima parte della flotta, il 4 settembre da Tunisi, Grecia e Sicilia le altre barche. Una carovana di imbarcazioni e di persone da 44 Paesi, unite da un unico obiettivo: rompere l’assedio che da anni condanna Gaza alla fame e alla guerra.
Il discorso dei portuali
Questo il discorso dei portuali di Genova che ha conquistato l’Italia:
«Voglio che sia chiaro a tutti, veramente a tutti, intorno a metà settembre queste barche arriveranno vicino alla costa di Gaza, vicino alla zona critica. Se noi per soltanto venti minuti perdiamo il contatto con le nostre barche, con le nostre compagne e i nostri compagni, noi blocchiamo tutta l'Europa, e me lo sono scritto qua così non me lo dimentico. Insieme al nostro sindacato Usb, insieme a tutti i lavoratori portuali che ci stanno, insieme a tutta la città di Genova... da questa regione escono 13-14 mila container all'anno per Israele, non esce più un chiodo. Lanceremo uno sciopero internazionale, bloccheremo le strade, bloccheremo le scuole, bloccheremo tutto, devono tornare indietro le nostre ragazze e i nostri ragazzi senza un graffio, e tutta questa merce che è del popolo e sta andando al popolo, fino all'ultimo cartone deve arrivare dove deve arrivare, altre cose non ci sono da dire».
La Global Sumud Flottilla
Il nome stesso, Sumud, in arabo significa resistenza, resilienza, fermezza. Parole che raccontano lo spirito di una missione che non si arrende nonostante venti mesi di bombardamenti, massacri e carestia.
Tra gli equipaggi ci saranno Greta Thunberg, attivisti come Thiago Avila e Yasemin Acar, già respinti e colpiti dal divieto israeliano di ingresso per i prossimi cento anni, ma anche parlamentari, medici, avvocati e volontari. A chiedere di imbarcarsi sono state oltre 31mila persone: un popolo che testimonia quanto questa causa sia sentita e condivisa in tutto il mondo.
La sindaca Salis ha chiuso il suo discorso ricordando la tradizione della città: “Genova è con voi. Genova è città medaglia d’oro alla Resistenza, e una città che resiste aiuta gli altri a resistere. Sono orgogliosa di essere la vostra sindaca e di vedere quante tonnellate di cibo avete raccolto per Gaza. Questo è il volto vero della politica, quello che nasce dal popolo e che non ha paura di scegliere”.
In un’Italia in cui il governo tace, il porto di Genova ha dimostrato di saper parlare con la voce di decine di migliaia di cittadini. Una voce che, almeno per una notte, ha ridato dignità alla parola “politica”.