Una Katie Price sempre disponibile, seducente, senza limiti. È quanto offre OhChat, la nuova piattaforma di intelligenza artificiale generativa che replica celebrità per intrattenere gli utenti con contenuti espliciti. La ex modella inglese, nota anche come Jordan, ha autorizzato la creazione di un proprio “clone digitale”, capace di chattare in tempo reale, inviare foto intime e rispondere in modo personalizzato, 24 ore su 24.

OhChat funziona come un’app di messaggistica avanzata, dove l’interlocutore è un avatar virtuale indistinguibile da una persona reale. Dopo la registrazione, l’utente può interagire con una Katie Price digitale che invia selfie provocanti, fa complimenti e invita all’acquisto di contenuti sempre più espliciti. Il tutto accompagnato da un modello di abbonamento a pagamento, che parte da 4,99 dollari al mese e arriva fino a piani VIP da 29,99 dollari.

Il modello di business: solo vantaggi per le star

Dietro il progetto, l’imprenditore britannico Nic Young, fondatore di OhChat. La sua visione è semplice: “Unire l’erotismo di OnlyFans all’intelligenza artificiale di OpenAI”. Secondo i dati forniti dalla società, la piattaforma ha già superato i 200mila iscritti. Le celebrità coinvolte, a fronte di una concessione dei diritti digitali, ottengono una rendita passiva. “Il clone non si ammala, non dorme, non si stanca. E funziona per te, giorno e notte”, ha dichiarato Young.

Il sistema non si limita a Katie Price: ogni giorno vengono lanciati nuovi profili basati su creator più o meno noti. E gli sviluppi non sembrano destinati a fermarsi.

Seduzione sintetica, dubbi reali

Ma a fronte di un mercato in crescita esponenziale, aumentano anche le perplessità. L’esperto legale Éamon Chawke ha lanciato l’allarme: “Chi si sente solo potrebbe affezionarsi al clone virtuale, scambiando per reale ciò che è soltanto simulazione”. Il rischio, avverte, è la nascita di legami affettivi unilaterali o vere e proprie dipendenze.

E poi c’è il tema della reputazione: cosa accadrebbe se l’avatar commettesse un errore, magari inviando contenuti non autorizzati o generando frasi offensive? Le ripercussioni legali e d’immagine potrebbero essere enormi.