Le ricerche erano scattate ieri pomeriggio dopo l’allarme della madre. Imponente il dispiegamento di forze via mare, terra e aria: motovedette, elicotteri, un aereo ATR-42 e una catena umana di bagnanti hanno vegliato il mare fino a tarda notte. Oggi all’alba la terribile scoperta
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Il mare di Cavallino-Treporti, in Veneto, ieri sera, è rimasto illuminato dai fari delle motovedette e dal cono di luce degli elicotteri fino a notte fonda. Sulla spiaggia, tra Ca’ Pasquali e il camping Vela Blu, una catena umana di bagnanti stretti per mano vegliava l’acqua in silenzio, sperando in un miracolo. Ma alle 3 di questa mattina la speranza si è infranta: a cento metri dalla riva, nei pressi del pennello dove era stato visto l’ultima volta, i sommozzatori dei vigili del fuoco hanno trovato senza vita il corpo del piccolo Carlo Panizzo, 6 anni, di Roncade. Era in acqua quando la mamma lo aveva perso di vista per un attimo. Un attimo di troppo.
L’inizio di un incubo
Da quel momento, poco dopo le 16 di lunedì, il litorale di Cavallino-Treporti si è trasformato in un enorme campo di ricerca. L’allarme lanciato dalla madre ha messo in moto la macchina dei soccorsi: motovedette della guardia costiera, gommoni, pattuglie a terra, elicotteri dei vigili del fuoco e della polizia, un mezzo della guardia di finanza. Perfino un ATR-42 “Manta” decollato da Pescara, dotato di sistemi di telerilevamento notturno, ha sorvolato il mare per ore, mentre le torrette di salvataggio da Cavallino a Ca’ Savio restavano in stato di allerta.
Si sperava che Carlo potesse essersi semplicemente allontanato dalla madre, magari confondendo il punto della spiaggia, ma con il calare della sera la preoccupazione ha preso il posto dell’illusione. L’elicottero dei vigili del fuoco ha scandagliato l’area con decine di sorvoli, i fari delle motovedette fendendo la notte. Sulla battigia, c’era chi pregava, chi restava immobile a fissare il mare, chi non voleva abbandonare quel lembo di sabbia.
Le ricerche sono proseguite senza sosta, coordinate dalla direzione marittima del Veneto. Poco dopo le tre di notte, la svolta che nessuno avrebbe voluto: i sommozzatori hanno individuato la sagoma del piccolo a cento metri dalla riva, proprio vicino al pennello dove era stato visto l’ultima volta.
Il corpo è stato portato a riva in un silenzio irreale. Nessun rumore, se non lo sciabordio delle onde. La catena umana si è sciolta, qualcuno ha pianto, altri hanno abbracciato la madre, stremata dal dolore.
Oggi il mare di Cavallino-Treporti, calmo e limpido, sembra più cupo. Come se anche lui avesse voluto dire addio al piccolo Carlo.