Ogni anno nel mondo si contano tra le 500 e le 1.000 morti per autoerotismo, spesso causate da pratiche estreme e rischiose. A lanciare l’allarme è il dottor Nicola Macchione, urologo e andrologo, che in un’intervista a Fanpage.it ha illustrato i meccanismi alla base di questi tragici eventi, troppo spesso sottovalutati o liquidati come casi isolati.

Secondo l’esperto, le morti per autoerotismo riguardano prevalentemente uomini caucasici, di età compresa tra gli 11 e i 77 anni, con una maggiore incidenza nella fascia adulta. Gli episodi avvengono perlopiù in contesti domestici e in solitudine, rendendo difficile l’intervento tempestivo in caso di complicazioni. Le tecniche più pericolose, come l’asfissia autoindotta o le impiccagioni parziali, vengono praticate nel tentativo di aumentare il piacere, ma finiscono per trasformarsi in trappole mortali.

Morti per autoerotismo, asfissia e oggetti pericolosi fra le cause

Le principali cause delle morti per autoerotismo sono legate all’asfissia e all’uso improvvisato di oggetti pericolosi. Bottiglie, lampadine, cavi elettrici e altri strumenti casalinghi vengono impiegati senza la minima consapevolezza delle conseguenze. In alcuni casi, si verificano anche embolie gassose, dovute all’introduzione d’aria nei genitali o nel retto. Non mancano poi gli episodi aggravati dall’uso di alcol o droghe, che compromettono il giudizio e aumentano il rischio di azioni irreversibili.

Macchione sottolinea che, nella maggior parte dei casi, non si tratta di gesti volontari con intento suicidario, ma di incidenti causati da un’errata percezione del proprio corpo e dei suoi limiti. Le morti per autoerotismo, secondo l’andrologo, potrebbero essere drasticamente ridotte attraverso una migliore educazione sessuale, in grado di informare senza giudicare.

La scarsa conoscenza, unita al tabù sociale che circonda l’autoerotismo, ostacola la prevenzione. Parlare apertamente del tema, educare i giovani al rispetto del proprio corpo e diffondere informazioni corrette. Questi sono strumenti fondamentali per evitare nuove morti per autoerotismo.
«Il piacere non dovrebbe mai costare la vita», conclude Macchione.