«A Rende l’acqua è diventata un bene intermittente. La città continua a vivere una crisi idrica strutturale, tra rubinetti a secco, turnazioni improvvise e disagi che ormai fanno parte della quotidianità». Lo sostengono in una nota Giovanni Bilotti, Adriana Calvelli (GenerAzione) e Fabrizio Totera (Progressisti Democratici).

«Famiglie, scuole, attività produttive: nessuno è escluso da una condizione che, in una città moderna, non può essere considerata normale. Una condizione – evidenziano i tre componenti della minoranza - aggravata nelle ultime settimane dalla ripresa dei corsi universitari: da quando l’Unical ha riaperto i battenti, la popolazione presente a Rende è praticamente raddoppiata, e con essa anche il fabbisogno idrico. Un dato prevedibile, noto e strutturale, che avrebbe richiesto pianificazione, non improvvisazione».

Poi ancora: «Se è vero che le responsabilità tecniche ricadono su Sorical, è altrettanto evidente che l’amministrazione comunale non ha fatto abbastanza per tutelare i cittadini, per chiedere chiarezza e per pretendere risposte. Nessun piano condiviso con i cittadini, nessuna comunicazione ufficiale degna di una città civile, nessun confronto aperto con i comitati o le realtà coinvolte. Solo il silenzio – scrivono - mentre centinaia di famiglie si arrangiano come possono, scuole e strutture pubbliche vanno in affanno, e l’esasperazione cresce. Anzi, mentre i serbatoi si svuotano, l’amministrazione è sembrata più impegnata in questi mesi a distribuire deleghe e incarichi che a comunicare con trasparenza e affrontare il problema».

«Eppure – proseguono Bilotti, Calvelli e Totera - da chi si vanta di essere “esperto” ci si aspetterebbe qualcosa in più. Il sindaco Sandro Principe, noto per qualche battuta social nei confronti di chi “comunica bene ma fa poco” (il riferimento a Occhiuto è chiaro), oggi fa poco e comunica anche peggio. Nessun aggiornamento, nessuna assunzione di responsabilità, nessun intervento concreto. E sul tema specifico dell’acqua, non può non essere chiamato in causa anche l’Assessore Cuzzocrea, titolare della delega alle Reti Idriche. A lui spettava e spetta il compito di informare il Consiglio, aggiornare i cittadini, attivare strumenti di pressione e di gestione. La sua assenza nella discussione pubblica, in una fase tanto delicata, è un ulteriore elemento di preoccupazione. Nel frattempo, un altro segnale emblematico riguarda i locali di Piazza Matteotti, che erano destinati a ospitare una biblioteca pubblica e la sede della Protezione Civile: due presìdi civici importanti, pensati per la cultura e la sicurezza della comunità».

«Invece – aggiungono ancora - quegli spazi sono stati assegnati a Sorical. Una scelta fatta che parla da sola: fatta dai Commissari, ma evidentemente condivisa dall’amministrazione. Invece di investire su spazi accessibili a tutti, si è preferito cedere un presidio culturale a una società che oggi è al centro delle critiche per inefficienza. Di fronte a tutto questo, non si può più tacere. Il Comune ha il dovere di farsi carico della situazione, di parlare chiaramente alla città, di spiegare cosa sta accadendo e cosa intende fare. Il silenzio istituzionale non è più tollerabile. Per questo motivo, abbiamo presentato una formale richiesta di accesso agli atti per conoscere nel dettaglio i rapporti intercorsi tra il Comune di Rende e Sorical, a partire dalla situazione debitoria fino alle eventuali comunicazioni e accordi recenti».

«È nostro impegno – concludono i tre rappresentanti della minoranza - rendere pubblici i risultati non appena riceveremo riscontro, perché i cittadini hanno il diritto di sapere. Chiediamo con forza che il Comune esca finalmente dal silenzio e assuma un ruolo attivo e responsabile. Serve un confronto pubblico con Sorical, trasparente e aperto, per dare ai cittadini le risposte che meritano e per definire un piano di intervento credibile e verificabile. È altrettanto urgente che anche i consiglieri comunali vengano messi nelle condizioni di conoscere e vigilare su quanto accade, come previsto dal loro ruolo. E soprattutto, serve un cambio di passo nel rapporto con la città: basta con i silenzi, basta con le logiche dell’improvvisazione. Rende merita serietà, chiarezza e scelte all’altezza dei problemi reali».