L'ultima seduta del Consiglio Comunale di Cassano All'Ionio si è chiusa tra le dure accuse di violazione procedurale mosse da una parte della minoranza (Papasso, Russo, Fasanella e Gaudiano). Il punto critico è stato il voto sul Regolamento per Matrimoni e Unioni Civili, approvato con un voto lampo
Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
L'ultima seduta del Consiglio Comunale di Cassano All'Ionio si è trasformata in un vero e proprio scontro istituzionale, lasciando dietro di sé un clima di profonda e palpabile tensione politica. Al centro della bufera è finita la modalità con cui la maggioranza ha gestito, o, secondo le accuse di Davide Papasso, Sara Russo, Elisa Fasanella e Carmen Gaudiano della minoranza, ha ostruito il dibattito sull'approvazione del nuovo Regolamento Comunale per l’Organizzazione delle celebrazioni delle Promesse di Matrimonio, Matrimoni Civili e Costituzione di Unioni Civili.
L'atto contestato, sebbene di natura prettamente amministrativa, tocca aspetti fondamentali della vita civile della comunità, definendo luoghi, tariffe e procedure per celebrazioni di Matrimoni e Unioni Civili. I consiglieri di minoranza hanno elevato una ferma protesta denunciando non una semplice divergenza politica ma una violazione procedurale interna. Hanno puntato il dito sul fatto che il Regolamento Comunale vigente prevede esplicitamente, per punti di questa rilevanza e impatto sulla collettività, l'obbligo di aprire una discussione approfondita in aula, finalizzata a "rendere edotta la popolazione" e a raccogliere possibili istanze. Papasso, Russo, Fasanella e Gaudiano sostengono che tale prassi mira a garantire la massima trasparenza e partecipazione.
Contrariamente, secondo le loro lamentele, la Presidente del Consiglio, Sofia Maimone, sostenuta compattamente dai banchi della maggioranza, avrebbe scelto la strada più breve e meno democratica, ignorare la previsione regolamentare e procedere direttamente al voto. Al termine della seduta, a tratti anche caratterizzata da agitate contrapposizioni, una parte della minoranza ha preferito denunciare il proprio pensiero affidandosi a un video fatto circolare sui socia:
«Cittadini, questa sera nel Consiglio Comunale è successa una cosa più unica che rara, è una cosa vergognosa» dice il consigliere Elisa Fasanella suffragata dal collega Davide Papasso che invita a rivedere le immagini: «Se osserverete le registrazioni che sono state svolte questa sera, vi renderete conto che c'è stata tolta più volte la parola, non c'è stato dato il diritto di portare a termine le nostre istanze».
Anche Sara Russo ha denunciato l’accaduto: «Questa sera il nostro diritto di consiglieri comunali è venuto meno, non solo c'è stata tolta la parola, in alcuni casi non c'è stata proprio data.» mentre Carmen Gaudiano, chiudendo il video annuncia: «Visto quello che è successo questa sera, provvederemo a far valere i nostri diritti secondo quello che è previsto dalla legge.»
La cronaca dell'evento riferisce che, al momento di trattare il punto relativo al nuovo regolamento, la Presidente del Consiglio Maimone, invece di aprire il turno di interventi per i chiarimenti e il confronto politico richiesti, avrebbe messo la proposta immediatamente in votazione. Questa decisione avrebbe impedito ai rappresentanti dell'opposizione di svolgere il proprio ruolo essenziale, illustrare, cioè, le proprie perplessità, avanzare eventuali proposte migliorative (i cosiddetti emendamenti) e, soprattutto, utilizzare il verbale della seduta come veicolo di informazione verso i cittadini sulle decisioni prese.
Di conseguenza, il Regolamento è stato approvato con il voto favorevole della sola maggioranza, ma il risultato politico è stato un profondo strappo. La minoranza, (ristretta ai componenti citati, al momento Avena e Clausi non hanno puntualizzato la propria posizione) si è sentita espropriata del diritto di interagire democraticamente e di esercitare la funzione di controllo e di stimolo prevista dal suo mandato. Le decisioni adottate senza un adeguato dibattito, soprattutto quando riguardano servizi e procedure che impattano direttamente i cittadini (come la celebrazione di atti civili fondamentali), rischiano di apparire, dicono, come imposizioni piuttosto che come scelte condivise.
La minoranza ha preannunciato che valuterà ogni azione possibile per tutelare i propri diritti e, indirettamente, i diritti dei cittadini a essere informati e rappresentati in modo completo. Questo clima di forte polarizzazione rischia di acuire le frizioni tra maggioranza e opposizione, rallentando di fatto la macchina amministrativa su questioni future. La maggioranza è ora chiamata a fornire una risposta convincente e a chiarire le motivazioni che hanno portato a una gestione così rigida e contestata del dibattito, rigettando o giustificando l'accusa di aver di fatto imbavagliato l'opposizione.

