La conclusione delle procedure concorsuali al Comune di Cosenza riaccende lo scontro politico. I gruppi di opposizione in Consiglio comunale affidano a un comunicato una critica durissima all’Amministrazione guidata dal sindaco Franz Caruso, mettendo in discussione metodo, trasparenza e rispetto del principio di meritocrazia.

«Si è svolto l’ultimo atto di questa lunga e travagliata procedura dei concorsi pubblici e ciò che è accaduto in precedenza al Comune di Cosenza si ripete, ancora una volta, anche con le nuove graduatorie dei dirigenti», affermano i consiglieri di minoranza, secondo i quali «continuare a ripetere lo stesso metodo è diventata una scelta e, quindi, qualcosa di grave, quasi diabolico».

Nel comunicato l’opposizione richiama esplicitamente quanto già avvenuto in passato: «Credevamo che quanto accaduto con le graduatorie del welfare – amministrativi, psicologici, assistenti sociali – fosse insuperabile. Invece sbagliavamo».

I consiglieri spiegano di aver atteso la conclusione formale delle procedure prima di intervenire: «Come gruppi di opposizione abbiamo atteso l’ufficialità della conclusione di questo percorso, che ha visto diverse graduatorie pubblicate in questi ultimi tempi». E aggiungono: «I nomi dei vincitori sono stati oggetto di numerose indiscrezioni, con ricostruzioni giornalistiche che riconducono alcuni vincitori a rapporti di parentela, amicizie o appartenenze politiche».

Una prudenza rivendicata apertamente: «Non abbiamo dato seguito a quelle indiscrezioni di stampa che hanno suscitato clamore», spiegano, «ma oggi, con la conclusione dei procedimenti che tanto scandalo e indignazione hanno prodotto, ci rivolgiamo al sindaco».

Il bersaglio principale diventa il silenzio politico del primo cittadino. «Avrebbe potuto e dovuto mettere a tacere ogni polemica», scrivono i consiglieri, denunciando «un silenzio assordante da parte di chi oggi avrebbe il dovere di spiegare». Un atteggiamento che, secondo l’opposizione, pesa sull’intera città: «L’opinione pubblica si chiede se il merito sia rimasto un principio da affermare o sia diventato solo una parola vuota».

Nel comunicato si ricorda anche una proposta rimasta inascoltata: «Avevamo chiesto di individuare una società del livello di Formez per garantire che lo svolgimento delle prove fosse al di sopra e al di là di ogni sospetto. Così non è stato». La conseguenza, secondo la minoranza, è evidente: «L’andamento e l’esito delle procedure hanno provocato grandi perplessità e dubbi sui criteri e sui principi seguiti».

Il giudizio politico si fa ancora più severo nella parte finale della nota: «L’Amministrazione tace, forse nella speranza che il tempo faccia dimenticare». Ma, avvertono i consiglieri, «non c’è nulla di normale» e «la trasparenza richiede coraggio e libertà da condizionamenti».

Il punto più delicato resta quello della fiducia: «Il danno vero è la fiducia bruciata, la ferita profonda che si apre quando si smette di credere che le regole valgano per tutti». Un tema che, concludono, assume un valore simbolico ancora più forte in un territorio segnato dalla fuga dei giovani: «In una terra dove la politica denuncia da anni l’esodo delle nuove generazioni, tutto questo rappresenta un paradosso che rasenta la provocazione».