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«Lo stato di abbandono in cui versa il Planetario “Giovan Battista Amico” è inaccettabile. Nulla è stato fatto, nonostante i tanti annunci roboanti dell’amministrazione comunale e del sindaco Franz Caruso che avevano promesso di ripristinare e mettere in sicurezza questa struttura di eccellenza. A febbraio scorso, eravamo già intervenuti chiedendo azioni concrete per la tutela e il rilancio. Oggi siamo di nuovo qui a ribadire che il Planetario di Cosenza rappresenta un osservatorio astronomico tra i più avanzati e all’avanguardia sia in Italia sia in Europa. E la sua chiusura sta creando un gravissimo danno culturale ed economico».
Lo sostengono in una nota i consiglieri di minoranza Francesco Caruso, Francesco Cito, Alfredo Dodaro, Giuseppe D’Ippolito, Francesco Luberto, Ivana Lucanto, Francesco Spadafora, Michelangelo Spataro, Antonio Ruffolo che già in passato avevano denunciato lo stato di abbandono. Fu anche organizzata una conferenza stampa in loco per certificare lo stato dell’arte dopo le scorribande di balordi e i danni effettuati all’interno.
«Da Caruso solo promesse vuote per il Planetario»
«A distanza di mesi dalle nostre reiterate sollecitazioni – scrivono in una nota – constatiamo che nessuna iniziativa è stata adottata dall’attuale amministrazione. Solo promesse e progetti mai pervenuti. E siamo ancora qua. Sempre allo stesso punto. Non sono iniziati i lavori di ripristino del Planetario e dell’area circostante. Nessuna telecamera di sicurezza è stata installata. Nessun impianto di illuminazione più efficiente. Niente di niente. E l’incuria che insiste su questo autentico gioiello cittadino rischia di danneggiarlo sempre di più».
«Il Planetario “Amico” di Cosenza – ricordano dall’opposizione comunale – si distingue per essere il secondo planetario più grande d’Italia, dopo quello di Milano, con una cupola di 15 metri di diametro e 114 posti a sedere. Era il più avanzato tecnologicamente nel Paese al momento dell’apertura (2019), grazie a un sistema di proiezione ad altissima definizione, capace di offrire esperienze immersive e tridimensionali sulla volta celeste. La struttura ospitava anche il Parco delle Scienze, spazi espositivi, un museo della scienza e aree per eventi e conferenze, configurandosi come un vero e proprio polo culturale e didattico».
Per la minoranza Caruso responsabile «dello scempio»
Poi ancora: «Riteniamo il sindaco Franz Caruso il principale responsabile di questa inaccettabile situazione. La sua gestione negligente, priva di progettualità e di azioni definitive, ha condannato al decadimento una delle più importanti risorse culturali e scientifiche della città. L’erba alta, i cancelli chiusi e il degrado circostante testimoniano la mancanza di visione e di una strategia concreta per il futuro della struttura. Nonostante i proclami di rilancio, non è stato mosso un dito per restituire alla collettività un bene che potrebbe ospitare spettacoli astronomici, laboratori, conferenze, osservazioni guidate e percorsi educativi per scuole e famiglie, con la possibilità di esplorare costellazioni, galassie e fenomeni cosmici in modo interattivo».
«Non accettiamo più promesse vuote – concludono nella nota -. Il patrimonio culturale e scientifico della città non è negoziabile. Se il sindaco Caruso non agirà concretamente, ricorreremo a ogni strumento istituzionale e legale per tutelare i diritti della comunità e salvaguardare questo prezioso bene collettivo. Il Planetario “Amico” di Cosenza, nato come eccellenza tecnologica e culturale, non può rimanere il simbolo di un’occasione sprecata, vittima di gestione inefficace e incuria. Non abbasseremo la guardia. E chiediamo con urgenza
- L’immediata attivazione di un piano straordinario di recupero del Planetario “Amico” con tempi certi e risorse dedicate;
- La presentazione di un cronoprogramma dettagliato degli interventi di ristrutturazione e messa in sicurezza;
- L’installazione immediata di sistemi di sicurezza e videosorveglianza per proteggere la struttura da ulteriori danni;
- La definizione di un progetto di rilancio culturale che restituisca al territorio questa eccellenza scientifica e didattica».