San Giovanni in Fiore è il centro abitato più popoloso delle nostre montagne con i suoi quasi 15mila abitanti. Nei giorni scorsi in città è nato un comitato, presieduto da Giovanna Oliverio, vicepresidente della Confcommercio provinciale e presidente della sede silana, e composto da commercianti, artigiani, operatori turistici e altro. Lo scopo del comitato è quello di sensibilizzare le istituzioni nazionali e regionali sulla proposta lanciata a livello nazionale da Confcommercio ovvero quella di istituire le Zem (zone economiche montane). Ne abbiamo parlato con Klaus Algieri, uno dei più convinti sostenitori della proposta, presidente di Confcommercio Calabria e vicepresidente di Unioncamere nazionale.

Algieri cosa sono le Zem?
«Facendo una estrema sintesi si tratta di una fiscalità dedicata per le aree montane, quindi delle zone a fiscalità agevolate in base ad una serie di parametri che dovranno poi essere valutati dal Governo anche se noi, ovviamente, qualche suggerimento siamo pronti a farlo. Ad esempio si potrebbero considerare come prioritari quei comparti maggiormente “local” e compatibili con la sostenibilità ambientale quali, ad esempio, la filiera agro-forestale-turistica, la digital innovation o altri settori a forte vocazione ambientale».

Ma perché le montagne?
«Per capirlo le basi guardare alla nostra regione. Noi siamo attraversati da montagne ma nelle aree interne si registrano alcuni fenomeni preoccupanti su tutto lo spopolamento delle aree interne, l’abbandono dell’agricoltura con il conseguente dissesto idrogeologico. Le Zem daranno un motivo ai ragazzi di restare nei nostri paesi, creando alternative alla polarizzazione urbana e alla fuga di capitale umano verso i centri urbani in particolare del Nord d’Italia. Secondo recenti stime di Banca d’Italia più di 600mila residenti all’estero vorrebbero tornare in Italia di cui circa 100mila al Sud. Guardi che non è un fenomeno che riguarda solo la Calabria, ma situazioni molto simili si trovano in Abruzzo, Molise, Val D’Aosta ecc. Anche in regioni economicamente più avanzate le aree interne soffrono e perdono residenti».

Insomma immaginate qualcosa di simile al modello della Zes.
«Si, qualcosa del genere».

I dati della Zes calabrese non sono incoraggianti: dal 2017 ad oggi ci sono stati solo due insediamenti, zero a Gioia Tauro. Perché dovrebbe funzionare la Zem?
«Perché spostare un’industria è molto complicato, con la Zem il punto non è attrarre investimenti ma aiutare il tessuto produttivo già esistente e farlo crescere. Quindi mentre la Zes si propone di attrarre investimenti, con la Zem si aiutano soprattutto le piccole o micro imprese».

E quanti sono quelli che hanno deciso di investire nelle aree interne?
«Su questo i dati sono davvero sorprendenti: le province montane in Italia hanno 2.076326 di micro e piccole imprese che insieme danno lavoro a 5.137.434 addetti. Un numero elevato che rappresenta il 43,7% degli addetti totali delle Pmi italiane».

Un bel po’, ma la proposta si può fare tecnicamente?
«Certo in Italia ci sono sempre state zone a fiscalità agevolata. La più nota è Assisi che per lunghissimo tempo ha avuto questo tipo di misure. Ora chiaramente non più perché da quelle parti in Umbria è nato un distretto industriale fortissimo».

Ma i soldi per farle?
«I soldi ci sono. I progetti potrebbero essere finanziati dai fondi europei oppure dato che l’Italia sta provando a rendere più flessibile il Pnrr ai fondi di questa misura che non vengono utilizzati».

Forse però il Governo fra inflazione, crisi energetica, guerra ha altre priorità..
«Per questo ci stiamo muovendo per promuovere questa idea e a San Giovanni in Fiore è già nato un raggruppamento di promozione della Zem. Non solo ma le dico anche che non è necessario ricorrere al Governo, ma queste iniziativa può essere messa in campo anche solo dalle Regioni o potrebbe partire dalle Regioni con il sostegno poi del Governo centrale. Per questo vorrei fare un appello a Roberto Occhiuto, non solo nelle sue vesti di presidente della giunta regionale, ma soprattutto come leader politico di un partito ha tutti gli strumenti per esercitare la giusta pressione sul Governo per questa proposta che può essere risolutiva».

Non è la prima a vantaggio delle aree montane…
«Vero negli anni sono stati diversi gli interventi a favore dei territori montani, basti pensare ad esempio alle Comunità montane prima e all’unione dei comuni montani poi, oppure al i vari Fondi che si sono succeduti dal 2013 in poi. Tuttavia si tratta di interventi che si sono dimostrati non risolutivi. Ecco perché è necessario adottare misure strutturali in grado di creare una strategia che guardi al futuro in modo consolidato. Estendere i benefici della Zes anche alle aree montane potrebbe essere la soluzione giusta».