Ha preso avvio la mobilitazione di una serie di Comuni, dopo l’input partito da Luzzi nei giorni scorsi, per abrogare la legge che ha eliminato il referendum vincolante autorizzando il solo referendum consultivo in materia di fusioni di comuni. L’attuale norma priva i Consigli comunali dell’atto d’impulso e lo garantisce alla Regione Calabria. Sono gli effetti della legge omnibus approvata a Palazzo Campanella nella primavera del 2023.

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Fatto sta che le amministrazioni in questione fanno riferimento all’articolo 11 dello Statuto RegionalePer risultare vincente la loro iniziativa dovrà recarsi alle urne il 50%+1 degli elettori calabresi (alle ultime Europee ha votato il 40,33%, alle Politiche del 2022 il 50,8%, alle Regionali del 2021 il 44,36%, ndr). Il giudizio sulla regolarità e sulla ammissibilità della richiesta di referendum è affidato alla Consulta statutaria, secondo modalità procedurali disciplinate dalla legge regionale.

I comuni di Acri, Aprigliano, Caloveto, Casali del Manco, Cassano all’Ionio, Castrolibero, Castrovillari, Cerchiara, Cerisano, Civita, Cosenza, Crosia, Figline Vegliaturo, Luzzi, Malvito, Piane Crati, Rocca Imperiale, Rogliano, Rovito, San Basile, San Lucido, San Pietro in Guarano, Santa Sofia d’Epiro, Sant’Agata d’Esaro, Trebisacce hanno diramato una nota congiunta evidenziando che non intendono interferire nella vicenda relativa alla fusione tra Cosenza, Castrolibero e Rende. «Il nostro – sostengono – non è un pronunciamento favorevole o contrario alla città unica della area urbana cosentina, noi vogliamo che venga ristabilito il principio della sovranità popolare e dell’autodeterminazione di tutti i Consigli comunali della Calabria nel decidere e partecipare ai progetti di fusione di qualsiasi territorio». 

«Ci chiediamo che bisogno ci fosse, anche al fine di accelerare l’iter di istituzione della città unica di Cosenza, di cancellare la norma che prevedeva il referendum vincolante e le delibere consiliari dei comuni interessati alla fusione. Infatti – aggiungono – la legge che noi vogliamo venga ripristinata, ha portato alla favorevole istituzione dei nuovi Comuni di Corigliano-Rossano e Casali del Manco. Per ottenere l’abrogazione saranno convocati tutti i nostri consigli comunali per approvare la delibera di richiesta del referendum abrogativo di questa legge che fa, in contrasto con la Costituzione, della Regione un ente autarchico». 

«Si tratta – proseguono – di una legge che va assolutamente abrogata, in quanto a nessun comune è garantita la propria autonomia e sovranità, proprio perché in qualsiasi momento la Regione, in maniera unilaterale a prescindere dalla volontà del territorio, con il pretesto e l’invenzione di una fusione con un comune contermine può decidere lo scioglimento di un consiglio comunale, nonostante questo potere fosse di esclusiva competenza del Presidente della Repubblica. Il nostro auspicio è, pertanto, quello che la richiesta del referendum abrogativo possa essere avanzata da quanti più comuni possibili, anche oltre la soglia minima (dieci Comuni/centomila elettori) prevista dallo Statuto regionale della Calabria».