Tutti gli articoli di Politica
Il presidente della commissione regionale anti ‘ndrangheta, Pietro Molinaro, ha raccontato negli studi di Cosenza Channel l’attività dell’organismo che presiede, anche alla luce della nuova legge regionale. Molinaro dice che la commissione sta portando avanti una proficua collaborazione con le fondazioni e le associazioni anti racket e anti usura che sono riconosciute dalle Prefetture e iscritte negli appositi albi professionali. La sinergia è volta soprattutto ad una attività di informazione ai cittadini sui benefici che prevede la legge per chi denuncia di essere vittima di racket. Un modo per spingere la gente a denunciare quella che è una insopportabile vessazione.
L’altro nodo è quello del credito. Le difficoltà di accesso sono notorie non solo in Calabria, ma in tutta Italia. Molinaro spiega che, grazie alla sinergia con l’assessore regionale al Welfare, Emma Staine, si è avviato un progetto di microcredito sociale. Grazie a fondi attinti dal Fse è possibile offrire prestiti a tasso zero e senza garanzie fino a diecimila euro alle famiglie che sono in difficoltà. Proprio per evitare che queste persone cadano nelle maglie dell’usura. I dati nazionali, infatti, dicono che in difficoltà in questo momento non sono solo le imprese, ma anche le famiglie il cui indebitamento, a livello nazionale, supera i 550 miliardi.
Naturalmente grande attenzione è posta anche agli appalti pubblici con una serie di convenzioni e protocolli con vari enti pubblici calabresi. Ma per Molinaro sono due gli obiettivi da perseguire per frenare l’avanzata della criminalità organizzata. Il primo sono investimenti maggiori dello Stato nelle forze dell’ordine. Investimenti però che siano produttivi. Molinaro cita il caso della Caserma di Cetraro, costata diversi soldini, ma mai effettivamente entrata in funzione ed è oggetto di interlocuzione fra la commissione, i vertici dell?Arma e il sottosegretario agli Interni, Wanda Ferro. Questo, per il consigliere regionale, è un brutto segnale perché indica quasi un arretramento dello Stato sul territorio. Il secondo aspetto è quello di mettere in campo investimenti che siano in grado di creare sviluppo. Solo così si sottraggono i più giovani e non solo dalle sirene del guadagno che in apparenza appare facile ma che in realtà costa tantissimo.