Cinque consiglieri denunciano l’Amministrazione Bucarelli: “Sentenza della Consulta chiarissima”. La replica del Comune è “propagandistica e divisiva”.
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«L’Amministrazione comunale ha replicato alla richiesta di scioglimento del Consiglio comunale di Mendicino – presentata da Raffaele Vena, Nathalie Crea, Margherita Ricci,Angelo Greco e Rosaria Aiello – con una nota dai toni propagandistici, infarcita di inesattezze normative e affermazioni politiche gravi e divisive. La richiesta si fonda su un presupposto giuridico molto chiaro: la violazione del termine perentorio di tre mesi – previsto dall’art. 259 del TUEL – per l’approvazione e la trasmissione del bilancio stabilmente riequilibrato» così in una nota.
«La Sentenza n. 91/2025 della Corte Costituzionale ha chiarito che il mancato rispetto di questo termine rientra tra le gravi e persistenti violazioni della norma che, ai sensi dell’art. 141 TUEL, impongono lo scioglimento del Consiglio comunale. Non si tratta di cavilli o interpretazioni soggettive. – affermano i sottoscrittori – La norma è chiara, la sentenza è definitiva, e i fatti sono incontestabili. La violazione c’è stata. E non risulta che esista alcuna norma che preveda termini alternativi per le amministrazioni appena insediate. Se davvero ci fossero, sarebbe doveroso che chi le invoca le indicasse.” A rendere la vicenda ancora più grave è il tono trionfalistico con cui l’Amministrazione Bucarelli tenta di rassicurare la cittadinanza, affermando che “il Comune non sarà sciolto”. “Un atteggiamento che – commenta Vena – fa emergere una concezione distorta della democrazia, dove la rappresentanza istituzionale si identifica con le persone e la critica diventa un attacco personale.
Il linguaggio utilizzato, con l’inquietante formula ‘i veri nemici di Mendicino’, è il sintomo di una politica che non tollera opposizione e considera ogni dissenso una minaccia da abbattere.” I sottoscrittori dell’istanza ribadiscono che l’iniziativa non ha alcuna connotazione strumentale o personale, ma risponde alla necessità di difendere la legalità e la credibilità dell’ente.
“È un dovere istituzionale – sottolineano – che abbiamo assunto con senso di responsabilità e senza alcuna ambiguità. Chi governa un Comune afflitto da ritardi e incertezze finanziarie ha l’obbligo morale e normativo di rispettare le scadenze imposte per il risanamento. Non farlo significa mettere a rischio l’intera comunità.” Il comunicato del Comune, nel tentativo di deviare l’attenzione dal merito della questione, è ricorso anche ad attacchi personali del tutto fuori luogo.
“Chi ha contribuito – direttamente o per corresponsabilità – a determinare questa situazione di instabilità finanziaria, oggi non può permettersi di impartire lezioni di moralità. – conclude Vena –. E chi denuncia una violazione della norma non è ‘un nemico’ ma un cittadino che esercita un diritto, anzi un dovere. Se qualcuno lo dimentica, è un problema politico, ma anche culturale.” Nel confermare fiducia nelle istituzioni e nel rispetto delle procedure previste dalla legge, i firmatari annunciano che, in caso di esito negativo, valuteranno ogni strada legale per garantire che le norme vengano rispettate e l’interesse pubblico tutelato».