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Il Tar della Calabria dà ragione al Comune di Amantea. Indire il referendum per la scissione della frazione di Campora San Giovanni e per la conseguente unione con Serra d’Aiello, non è stato da parte della Regione un atto legittimo. Il Tribunale Amministrativo Regionale di conseguenza ha annullato la delibera della Cittadella con cui, lo scorso 6 giugno 2022, si dava attuazione all’iniziativa del consigliere regionale Giuseppe Graziano circa la modifica dei confini territoriali dei due comuni sopracitati.
La nascita di Temesa, il nome scelto per il nuovo centro di governo che non sarebbe sorto ex-novo ma dalla modifica dei confini comunali di Serra d’Aiello, non vedrà così la luce. Almeno se i consiglieri regionali non modificheranno la proposta di legge intervenendo, sostanzialmente su due aspetti: l’interesse qualificato e la dotazione infrastrutturale. Sul primo punto i giudici hanno ritenuto che, circoscrivere il diritto di recarsi alle urne solo ai residenti di Serra d’Aiello e della frazione di Campora San Giovanni, no sarebbe stato corretto.
Sono tutti gli abitanti del comune di Amantea, infatti, che dovrebbero avere la possibilità di esprimersi tramite il referendum consultivo. Questo perché, secondo l’altro punto del ricorso del sindaco Vincenzo Pellegrino accolto dal Tar, manca una compiuta istruttoria in riferimento all’attuale “dotazione infrastrutturale” di Amantea. Il riferimento è al porto turistico che sorge proprio a Campora San Giovanni e che riveste un ruolo di primaria importanza nel sistema infrastrutturale dei porti di rilievo regionale ed interregionale. È stato realizzato per servire e sviluppare, in via diretta e mediata, crescita, redditi e livelli occupazionali dell’intera popolazione di Amantea, cosa che con una scissione non avverrebbe più.
Le parole di Pellegrino dopo la sentenza del Tar
«La Regione e l’associazione “Ritorno alle Origini di Temesa” possono sempre ricorrere a loro volta al Consiglio di Stato – ha detto Pellegrino al nostro network -. Sul fatto che si sia messo un punto alla vicenda, pertanto, non mi esprimo. Di certo, avevamo visto lungo nel dire che, così come era strutturata, questa proposta di legge non andava bene e che andava ammessa tutta la popolazione di Amantea all’evento referendario».
Il sindaco poi entra nel dettaglio delle divergenze interne di Campora San Giovanni. «Bisogna innanzitutto definire i termini numerici del favore popolare alla scissione – taglia corto -. Il comitato per il sì si è arrogato il diritto di parlare a nome di tutti, ma io non ne sono così convinto. Che a Campora non tutti siano favorevoli alla scissione, infatti, è qualcosa di accertato. Mi sono sopraggiunte diverse sollecitazioni e il motivo per il quale ho perseverato in questa battaglia è proprio l’istanza di alcuni cittadini, stanchi di subire delle imposizioni».