«La situazione politico amministrativa venutasi a creare nella città a seguito delle note vicende giudiziarie, richiama tutti i consiglieri comunali al senso di responsabilità e di lealtà  nei confronti della città e delle istituzioni». Lo scrivono in una nota i dieci consiglieri – Franco Beltrano, Luciano Bonanno, Andrea Cuzzocrea, Massimiliano De Rose, Enrico Monaco, Michele Morrone, Annarita Pulicani, Sandro Principe, Luigi Superbo, Domenico Talarico – che hanno presentato le loro dimissioni davanti a un notaio.

«Come è noto, a seguito dei provvedimenti giudiziari scaturenti da indagini ancora in corso, l’Amministrazione è stata privata delle figure apicali politiche e amministrative, determinando un’evidente paralisi amministrativa. Nondimeno, l’attenzione mediatica regionale e nazionale sulla vicenda, ha provocato un inestimabile danno d’immagine per la città, la sua storia e il suo ruolo in Calabria e nel Mezzogiorno».

«Non spetta a noi anticipare giudizi che competono alla magistratura. Ribadiamo, però, anche in questa circostanza il massimo rispetto per il lavoro delle istituzioni interessate e auspichiamo un esito positivo per le persone coinvolte. Tuttavia non possiamo negare che la situazione attuale abbia già prodotto danni per la città. Ulteriori e ben più gravi conseguenze potrebbero aversi se il Consiglio nella sua interezza non assumesse in tempi brevi la decisione di porre fine alla consiliatura anche per evitare, per quanto possibile, esiti istituzionali più penalizzanti per la nostra città, che la Comunità Rendese assolutamente non merita». I dieci consiglieri, in tal senso, aleggiano lo spettro dello scioglimento del comune di Rende.

«Crediamo sia doveroso scongiurare tale destino per la città, tanto più in una fase storica particolare che vede gli enti locali beneficiari di ingenti risorse provenienti dall’Europa e la cui gestione reclama governi locali credibili e nel pieno esercizio delle proprie funzioni. Da qui la nostra scelta di rassegnare le dimissioni dalla carica di consigliere comunale, al fine di procedere allo scioglimento del Consiglio comunale ex art. 141 TUEL al raggiungimento della metà più uno dei consiglieri assegnati. Riteniamo, perciò, prioritario e utile anteporre ad ogni valutazione gli interessi della comunità rendese, per la difesa dei quali ci appelliamo a tutti consiglieri comunali, indipendentemente dal loro ruolo e appartenenza politica».