La presidente dei camici bianchi della provincia di Cosenza Agata Mollica analizza le cause di un fenomeno in preoccupante crescita: «Alla base delle condotte violente la convinzione che il diritto alla salute dei cittadini non sia tutelato»
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Agata Mollica si è insediata alla guida dell’Ordine dei Medici della provincia di Cosenza lo scorso primo gennaio e, a distanza di nove mesi, definisce questa esperienza «bellissima, ma allo stesso tempo molto impegnativa».
Durante “l’emergenza botulino” ha preferito tenere un profilo basso, nel pieno rispetto del lavoro svolto dai medici dell’ospedale civile “Annunziata” di Cosenza presso cui, in qualità di nefrologa, lei stessa presto servizio. Adesso che tutti i pazienti ricoverati sono stati dimessi e stanno bene, si limita soltanto ad affermare che nel presidio ospedaliero bruzio è stata scritta una pagina di buona sanità.
Ma il focus dell’intervista realizzata negli studi di Cosenza Channel è dedicato a un fenomeno tanto dilagante quanto preoccupante: le aggressioni al personale medico da parte di utenti insoddisfatti ed esagitati.
L’ultimo episodio in ordine di tempo quello che ha visto protagonista suo malgrado un medico cubano che lavora nel Pronto soccorso dell’ospedale di Rossano. Destinatari della violenza fisica e verbale molto spesso sono anche infermieri, operatori socio-sanitari e, finanche, autisti di ambulanze.
Sovraffollamento, carenza di personale che allunga i tempi di attesa e difficoltà di comunicazione le principali cause alla base delle aggressioni denunciate. In alcuni casi la rabbia è stata e viene riversata anche nei confronti delle strutture sanitarie, tra cui macchinari e arredi. Scarsa, stando ai numeri, la capacità deterrente delle norme penali esistenti, di recente aggravate dalla flagranza differita.
Ricordiamo, a tal proposito, che chiunque con violenza o minaccia distrugge o danneggia beni sanitari rischia una pena da uno a cinque anni di reclusione e una multa che può arrivare a diecimila euro.
Nel 2024 in Italia si sono verificate 2.600 aggressioni nei confronti dei medici e 1.900 verso il personale infermieristico. Venendo alla Calabria, lo scorso anno, si contano in tutta la Regione 49 episodi, tutti avvenuti all’interno di ospedali pubblici. Nell’86% dei casi, tali aggressioni sono state compiute nei giorni feriali della settimana, il restante 14% di sabato e domenica. Una statistica che dimostra come, a infiammare gli animi di pazienti e familiari siano prevalentemente i tempi di attesa nei pronto soccorso. Ma si registrano episodi anche all’interno dei reparti di degenza, nelle aree comuni e finanche nei corridoi.
La presidente dell’Ordine dei medici di Cosenza Agata Mollica ricorda che in ogni reparto ospedaliero è prevista la presenza delle cosiddette Unità di rischio e prevenzione, dov’è possibile denunciare condotte da parte del personale medico, infermieristico e OSS ritenute lesive del diritto sacrosanto e costituzionale della tutela della propria salute.
Positivo il giudizio della dottoressa Mollica sull’inizitiva dell’Asp di introdurre negli ospedali della provincia le body-cam: il progetto è partito in via sperimentale dal Pronto soccorso di Paola e, via via, sta prendendo piede anche negli altri presìdi ospedalieri.