Alcune recenti dichiarazioni di esponenti del Si Cobas Calabria hanno puntato il dito contro la gestione della Centrale Unica di Risposta 112, accusata di lentezze e carenze di personale. L’ASP di Cosenza chiarisce la posizione dell’ente e presenta i dati sull’attività svolta dalla struttura. Tutti gli aspetti legati al funzionamento di una CUR sono disciplinati dalla regolamentazione ministeriale derivata dalla normativa europea – spiega Riccardo Borselli, direttore del dipartimento emergenza/urgenza – e riguardano non solo l’organizzazione del servizio, ma anche i tempi di risposta e le modalità con cui le chiamate vengono smistate agli enti competenti in base al tipo di emergenza».

Borselli sottolinea come il servizio 112 non operi in modo autonomo o discrezionale, ma all’interno di un sistema rigidamente regolato e costantemente monitorato da più livelli istituzionali. «Ogni giorno – aggiunge – i dati sulla gestione delle chiamate vengono trasmessi al Ministero dell'Interno, mentre periodicamente vengono inviati anche alla Prefettura – Cabina di Regia competente per territorio». «Uno degli obiettivi principali della Centrale – spiega – è distinguere le telefonate di effettiva emergenza da quelle che non lo sono, per evitare che le centrali operative di secondo livello vengano sovraccaricate da richieste improprie».

Questo passaggio preliminare, evidenzia Borselli, è fondamentale per garantire l’efficacia dell’intero sistema di emergenza-urgenza: «Se le centrali di secondo livello ricevessero ogni giorno migliaia di chiamate non urgenti, si creerebbe un blocco che metterebbe a rischio la tempestività degli interventi dove servono davvero». Borselli cita i dati più recenti sull’attività del servizio 112: «Nell’ultimo anno abbiamo gestito complessivamente 1.226.648 chiamate. Di queste, 681.386 sono state smistate alle centrali operative di secondo livello, mentre 545.262 non sono state inoltrate perché non riconducibili a situazioni di emergenza».

«Il tempo medio di risposta degli operatori – aggiunge – è stato di 5,5 secondi, ben al di sotto del target fissato dalla normativa nazionale e comunitaria». «Questi numeri dimostrano che l’attività della CUR è svolta con efficienza e rapidità – commenta –. Le accuse di lentezza e disorganizzazione non trovano alcun riscontro nei dati ufficiali, che certificano la piena funzionalità del servizio». «Chiunque dovesse riscontrare problematiche nella gestione di una chiamata può rivolgersi alle autorità competenti – ricorda –. Questo contribuisce a rendere il servizio sempre più efficace e trasparente. Le segnalazioni circostanziate consentono agli uffici di individuare eventuali criticità e di intervenire rapidamente».

Sul tema della presunta carenza di personale, Borselli precisa: «Il lavoro alla CUR richiede impegno e professionalità, ma l’organico attuale garantisce quotidianamente la copertura dei turni e il rispetto dei tempi di risposta. Non esiste alcun collasso del sistema né situazioni di abbandono». «Gli operatori della CUR svolgono un’attività delicata, spesso sotto pressione, con un livello elevato di responsabilità e con carichi di lavoro importanti – sottolinea –. Metterne in dubbio la professionalità con accuse generiche rischia solo di demotivare chi garantisce un servizio essenziale per la sicurezza dei cittadini».

«Dietro i numeri – conclude – ci sono persone che ogni giorno rispondono con competenza e rapidità a centinaia di richieste di aiuto». Infine, Borselli respinge l’idea di un presunto immobilismo amministrativo: «L’ASP non è rimasta ferma. L’attività della CUR prosegue in linea con le indicazioni ministeriali, con costanti verifiche e controlli. Ogni decisione in materia di personale, mezzi e procedure deve rispettare le normative vigenti e i vincoli di bilancio. Non si tratta di inerzia, ma di responsabilità nella gestione di un servizio pubblico complesso e delicato».