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Michele Calvano, attivista di Scalea e componente del “Sindacato Pensionati” della Cgil, continua a combattere per migliorare la sanità pubblica calabrese, a suo dire «inesistente», di cui è stato egli stesso “vittima”. Ha scritto una lettera indirizzata al presidente Roberto Occhiuto e l’ha pubblicata sui social e le sue parole hanno suscitato rabbia e indignazione.
«Le scrivo perché sono testimone diretto dell’inefficienza e l’inadeguatezza di tutti i servizi sanitari nella Regione. Il mio appello cerca risposte per una realtà ormai da considerare da quarto mondo. Lei che è commissario ad acta della Sanità in Calabria deve rendersi conto che la Categoria a cui appartengo è fatta da persone che hanno lavorato una vita per cercare di avere servizi migliori rispetto alla fame che si pativa nel dopoguerra. Quello che si presenta oggi ai miei occhi, dopo anni di sacrifici, è un vero abisso. La mia categoria sociale, in difficoltà di salute ed economiche come può curarsi in Calabria? Ovunque regna il vuoto, non sappiamo a chi rivolgerci nemmeno per un’analisi più specialistica fatta in tempi brevi: tutto deve essere pagato in cliniche private».