Il servizio 118 di Cirò Marina è al collasso. A oggi in organico restano soltanto due medici, e la situazione è destinata a peggiorare: uno dei due professionisti è ormai prossimo alla pensione. Un quadro che mette seriamente a rischio la copertura territoriale delle emergenze, con conseguenze dirette e immediate sulla sicurezza della popolazione.

La criticità non riguarda soltanto il centro ionico, ma si inserisce in un contesto più ampio che investe l’intera sanità calabrese, già segnata da carenze croniche di personale. La fuga dei giovani medici dal settore dell’emergenza territoriale è ormai un fenomeno strutturale: scarse tutele, turni massacranti e stipendi poco attrattivi hanno reso il lavoro nel 118 una scelta sempre meno appetibile.

A Cirò Marina il rischio è concreto: con un solo medico a garantire il servizio, ogni ritardo o impossibilità di intervento potrebbe trasformarsi in tragedia. E senza un ricambio generazionale nella categoria, il presidio rischia la paralisi.

Questo scenario fa emergere, ancora una volta, la fragilità del sistema sanitario regionale, in cui i presidi territoriali rappresentano l’anello debole della catena. La sanità calabrese non può permettersi di perdere pezzi così cruciali: il 118 è il primo baluardo di fronte alle emergenze, e senza un potenziamento urgente di organici e risorse, la popolazione rischia di restare senza tutela.