Il bubbone è bello che scoppiato se si verificano i fatti avvenuti al pronto soccorso dell’ospedale “Giannettasio” di Corigliano Rossano. In attesa della panacea al male di tutti i mali, quei rinforzi che andranno a rimpinguare la cronica carenza di personale, ieri sera a coprire il turno c’era solo un’infermiera – peraltro precaria – sui quattro previsti.

E questo a causa del congedo simultaneo per malattia di undici dei suoi colleghi su una pianta organica composta da ventuno infermieri. Solo nel corso della serata è giunto un rinforzo dal pronto soccorso dell’ospedale “Compagna”, l’altro presidio cittadino dello spoke a “due teste” di Corigliano Rossano. Questa mattina, invece, andava leggermente meglio, poiché gli infermieri in servizio erano “addirittura” due.

Ma sono proprio quelle licenze, seppur giustificate, a far già suonare il campanello d’allarme che fa presagire come in molti siano già stremati all’inizio dell’estate, quando il “bello” dovrà ancora venire. Sul pronto soccorso di Rossano, infatti, non graviterà solo il bacino d’utenza della Sibaritide, oltre duecentomila abitanti, ma anche il surplus turistico.

Una situazione incandescente che negli anni è sempre sfociata in “incidenti” di varia natura a causa delle attese infinite che, in commistione con il caldo, spesso hanno innescato micce pericolosissime.

In attesa che il personale che man mano è, e sarà assunto dall’Asp di Cosenza, la situazione a Corigliano Rossano è, dunque, già esplosiva al primo di luglio.

Che i sanitari siano stremati da anni di lavoro in condizioni estreme – pandemia ovviamente compresa – non vi è dubbio, ma in molti si chiedono, tra lo stesso personale e qualche sindacalista, perché continuino a verificarsi privilegi come gli imboscati e l’effetto “coperta corta” innescato dai baronati (o primariati) ospedalieri che “pesano” più ed ottengono a discapito di altri.