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Le aggressioni al personale sanitario rappresentano un fenomeno inquietante e spesso trascurato che richiede un’attenzione urgente e azioni concrete da parte delle istituzioni e delle aziende. Questo problema non solo minaccia la sicurezza e il benessere dei lavoratori del settore sanitario e non solo, ma mette anche a rischio la qualità dell’assistenza fornita e la fiducia nella stessa.
Innanzitutto, è importante definire il contesto in cui avvengono queste aggressioni. Il personale sanitario si trova spesso a operare in condizioni stressanti e ad affrontare situazioni delicate, come quelle legate alla salute e al dolore dei pazienti. Purtroppo, queste situazioni possono sfociare in episodi di violenza verbale o fisica da parte dei pazienti stessi o dei loro familiari.
Secondo Luigi Fasanella, tecnico di vigilanza dell’ASP di Cosenza, il problema è ancora più grave di quanto si pensi: «Le aggressioni al personale sanitario sono spesso sottovalutate e non adeguatamente riconosciute. Manca una registrazione sistematica di questi episodi, il che rende difficile valutarne l’entità e adottare misure preventive efficaci». Fasanella aggiunge: «È fondamentale creare un osservatorio regionale per rendicontare tutte le aggressioni al personale sanitario. Solo così possiamo valutare e gestire il rischio in modo adeguato, adottando le necessarie misure di prevenzione e protezione».
L’ultimo rapporto dell’INAIL parla di quasi 5000 infortuni in tre anni a livello nazionale, ma si ritiene che il numero reale possa essere molto più alto. Inoltre, in Calabria, manca un osservatorio regionale dedicato a questo fenomeno, il che rende ancora più complicato comprendere appieno la portata del problema e intervenire adeguatamente. Le conseguenze delle aggressioni al personale sanitario sono molteplici e gravi. Oltre ai danni fisici, che possono essere significativi, vi è anche un impatto psicologico notevole.
Gli operatori sanitari possono trovarsi a vivere un forte stress emotivo e psicologico a causa di queste aggressioni, con conseguenze negative sulla loro salute mentale e sul loro benessere generale. Inoltre, le aggressioni portano spesso a contenziosi legali che coinvolgono sia l’individuo aggredito che l’azienda sanitaria. Questo aggiunge ulteriore stress e pressione al personale coinvolto, creando un ambiente di lavoro ancora più difficile e instabile. Per affrontare efficacemente questo problema, è necessario un impegno concreto da parte di tutte le parti coinvolte.
Le istituzioni devono promuovere politiche e normative che garantiscano la sicurezza del personale sanitario e che puniscano severamente chiunque commetta atti di violenza nei loro confronti. Le aziende sanitarie, d’altra parte, devono adottare misure preventive adeguate, formare il personale per affrontare situazioni di rischio e fornire un sostegno psicologico e legale adeguato a chi è stato vittima di aggressioni. Su questi temi Fasanella, ha lavorato su un libro, di prossima pubblicazione, che contiene tutti gli aspetti salienti.