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di A.B.
Lo scorso 15 marzo, il Distretto Sanitario Jonio Nord ha emesso un’ordinanza con la quale ha disposto la sospensione temporanea del servizio di Guardia Medica nel Comune di Villapiana.
Malgrado lo Distretto Sanitario abbia posto in essere tutte le procedure di competenza, il Servizio di Continuità Assistenziale (ex Guardia Medica), per mancanza di personale sanitario, non è attivo dal 16 marzo e resterà tale fino al 2 di Aprile 2024. Ciò implica che l’utenza può rivolgersi solo, in caso di necessità, al Servizio di Emergenza Urgenza (118).
Esplode così la rabbia dei cittadini che in vista della stagione estiva, già temono il peggio. Il dissenso si solleva nei confronti dell’ASP di Cosenza per la mancanza di attenzione verso i comuni più importanti dell’Alto Jonio, in quanto migliaia di utenti saranno lasciati senza assistenza sanitaria.
La signora Maria, commentando il post apparso su Facebook circa la sospensione temporanea del servizio, scrive che “a Villapiana, la sola cosa che riesce benissimo è l’aumento dei tributi”. Sono ormai anni che il problema sussiste, con le promesse fatte alla cittadinanza che vive nelle aree scoperte senza ricevere ancora la giusta assistenza sanitaria.
L’obiettivo, fissato da anni dalla Regione Calabria, sia in termini occupazionali, con l’assunzione di medici a tempo indeterminato, che in termini sanitari, con il potenziamento della medicina territoriale, non è stato mai raggiunto e realizzato a pieno.
Una vicenda grave quella accaduta con l’Ordinanza del 15 marzo per i comuni dello Jonio, che non è assolutamente in linea con La missione del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza. Quest’ultima mirava a potenziare l’assistenza territoriale, prevedendo ospedali di comunità e case di comunità (una ogni 20 mila abitanti), ma la stessa promessa della missione sembra essere disattesa.
Come disattese sono le promesse dell’Asp di Cosenza, che già da tempo diceva di voler accelerare le procedure e i tempi per avviare l’iter delle assunzioni, ai fini di garantire la copertura delle postazioni di Guardia medica. Si chiude così l’ultimo atto di una vicenda tanto grave quanto paradossale, sebbene alcuni cittadini sono ancora speranzosi, come la signora Anna: “Incrociamo le dita…”.