A meno di un mese dall’inizio la scuola è teorema senza dimostrazione. Una serie di incognite nuotano in un’equazione ancora irrisolvibile. A Rende, solo tra scuole medie e scuole elementari, parliamo di circa 4mila studenti, senza contare le 10 scuole d’infanzia e le scuole superiori. I responsabili della sicurezza nelle scuole hanno fatto i conti misurando le aule e tracciando un layout degli spazi considerando la distanza tra bocche e bocche. E naturalmente fuori restano molti studenti e le classi saranno sicuramente divise.

A caccia di spazi

Dal Miur le direttive generali sono solo due: distanziamento o mascherine che tradotto vuol dire: doppi turni o smembramento delle classi. Così potete partire subito, dicono dal Ministero, facile da dirsi ma farlo è tutt’altra storia. Gli spazi per la divisione delle classi non ci sono o sono inadeguati. Le aule del catechismo nella chiesa di sant’Antonio alla fine non sono apparse idonee, quelle del Seminario andranno ad ospitare gli studenti di teologia, e il Cud, su cui si faceva molto affidamento (e che in passato ha ospitato diverse classi del liceo classico) è conteso con l’Unical che reclama gli spazi per i laboratori di Chimica.

L’idea del prefabbricato veloce

L’unica scuola che ha trovato una sistemazione è quella elementare di Santo Stefano che troverà asilo nelle stanze della chiesa omonima. Niente da fare per l’ipotesi Parco Acquatico che da oggi comincerà una lenta ripartenza visto che il secondo in graduatoria ha accettato la gestione. Il riempimento delle piscine potrebbe essere un rischio troppo elevato per ragazzini e bambini.

L’assessore alla Pubblica istruzione al comune di Rende Marinella Castiglione spunta i giorni sul calendario. «Stiamo facendo di tutto, abbiamo partecipato ad ogni bando possibile, speriamo di farcela ma non è colpa nostra, è tutto in progress».

Cercare i luoghi adatti è diventato un mantra quotidiano. «Abbiamo partecipato a un bando scaduto ieri, se accoglieranno le nostre proposte potremo tirare su un prefabbricato in 15 giorni nella zona del mercato, questo ci toglierebbe un po’ castagne dal fuoco, altrimenti stiamo valutando l’agibilità nei capannoni della zona industriale oppure l’opzione di prendere in fitto locali privati. Il problema sorge per Commenda e Quattromiglia, dove si concentrano buona parte degli studenti. A Rende centro, che comprende Surdo, Sant’Agostino, Rende paese e Saporito, i doppi turni sono scongiurati perché non ci sono tanti iscritti e comunque ci sono spazi nel centro storico liberi e agibili. Per gli altri ci sono un po’ di idee sul piatto e adesso dobbiamo capire quale di queste riusciremo a realizzare. Le posso dire che sto facendo il possibile per evitare sia i doppi turni che le mascherine, perché sono ipotesi che comporterebbero dei disagi sia ai genitori, che devono lavorare, che ai figli costretti a indossare mascherine per delle ore».

I soldi del Miur e le fake news

Il Comune ha ricevuto 160mila euro dal Miur per sanificare gli edifici scolastici e metterli in linea con le norme anti-contagio. Altri finanziamenti sono gestiti direttamente dai dirigenti scolastici che stanno facendo i salti mortali per far quadrare i conti: a loro è demandato l’acquisto di banchi, sedie, disinfettanti. Ma è una corsa ad ostacoli perché nel mezzo notizie contraddittorie creano panico o preoccupazione.

«Si è tanto parlato di questi benedetti banchi monoposto a rotelle, beh posso dire che non ci saranno perché addirittura nelle scuole d’infanzia, primarie e medie sono proprio vietati. I dirigenti hanno provveduto ad acquistare banchi normali» spiega Castiglione che aggiunge: «Nessun operatore scolastico prenderà la temperatura agli studenti sarà cura dei genitori farlo. Se qualcuno si dovesse sentire male a scuola sarà portato lontano dall’aula, ma non parliamo di stanze Covid, per carità, perché non ci sarà niente del genere. Voglio contare sul buon senso dei genitori, se in passato è capitato spesso che i bambini venissero mandati in classe già febbricitanti, adesso è di grande importanza che non capiti nel modo più assoluto».

Il nodo mense, i lunch box e gli scuolabus

I nodi sono tanti, a partire dagli scuolabus e le mense che «spero di riattivare perché non dimentichiamoci che ci sono lavoratori che da giugno sono a casa – dice l’assessore -. Stiamo pensando a riattivarle in sicurezza, magari prevedendo dei lunch box usa e getta da consumare in classe, ma dobbiamo pensare a una ripartenza completa».

L’ipotesi “estrema”

Ma c’è un “però”. «Se la curva dei contagi dovesse risalire e non dovessimo trovarci pronti, il sindaco potrebbe anche decidere con un’ordinanza di non riaprire affatto le scuole. È un’ipotesi estrema, che spero non si debba mai prendere in considerazione, ma esiste. Staremo a vedere cosa succederà».